Non si placa il clima tensione relativo a quella che ormai sembra essere diventata una psicosi da Coronavirus. La ‘quarantena volontaria’ delle circa 80 persone che nei giorni scorsi avevano trascorso qualche giorno a Bergamo, in via sempre ‘informale’ è stata ‘sospesa’ dalla Usl, ma si è creato un problema ‘sociale’ per via della mancanza di comunicazioni ufficiali da parte dell’istituzione preposta.
Pertanto la tensione si ripercuote sulla vita quotidiana delle persone coinvolte che vengono ‘emarginate’ senza motivo, e, soprattutto, a scuola, dove i ragazzi tornati da Bergamo sono guardati con sospetto perché ritenuti possibili contagiati.
Va sottolineato che nessuna delle 85 persone aveva manifestato sintomi compatibili con quelli specifici del Coronavirus, tanto che la Usl non ha neanche disposto la profilassi del tampone.
Nel frattempo l’ospedale Santa Maria si è dotato di un container per fronteggiare eventuali casi sospetti, una misura che ha scopo precauzionale e non di emergenza, visto anche che i 10 casi sospetti in Umbria sono risultati tutti negativi; nonostante ciò i supermercati sono stati presi d’assalto con scaffali vuoti e carrelli pieni per fare scorta di generi alimentari.
Comportamenti stigmatizzati dagli esperti che hanno chiaramente spiegato come questa psicosi sia totalmente irrazionale rispetto ai reali dati scientifici in possesso degli specialisti. Le misure precauzionali sono necessarie per evitare che il virus, altamente contagioso ma poco più ‘grave’ di una comune influenza, possa estendersi mettendo in crisi le strutture sanitarie non attrezzate per ospitare un numero ingenti di casi e che, ovviamente, non possa colpire i soggetti più a rischio, come anziani e coloro che già soffrono di patologie.
Come ampiamente sottolineato dagli organi competenti bisogna affidarsi soltanto a canali di informazione ufficiale e diffidare delle ‘voci’ che spesso corrono incontrollate e distorte in rete.