Mercoledì ha partecipato al vertici in Prefettura a Perugia contro l’emergenza cinghiali, dopo aver preso parte all’audizione in Commissione regionale con le associazioni venatorie e gli Atc. L’ultimo di tanti incontri fatti nelle regioni per dare attuazione localmente al Piano nazionale di eradicazione del cinghiale dalle zone a rischio Psa.
Poi, improvviso è arrivato l’annuncio che ha spiazzato tutti: il 31 luglio Vincenzo Caputo lascerà l’incarico di commissario straordinario nazionale alla Peste suina africana. “Troppi impegni” ha argomentato Caputo, già direttore dell’Istituto zooprofilattico Umbria – Marche, centro di referenza nazionale per la peste suina africana.
Caputo era stato nominato commissario straordinario dal Governo nel dicembre del 2022. Da allora, dopo il focolaio principale tra Piemonte e Liguria, casi di cinghiali positivi alla Psa si sono riscontrati in Emilia Romagna, Lazio e un ultimo in Toscana, in provincia di Massa. L’obiettivo è evitare che dilaghi soprattutto nelle zone a forte vocazione suinicola, per la presenza di allevamenti o distretti di lavorazioni delle carni.
Il commissario, come ha detto anche in Umbria, è convinto che l’ultimo piano abbia posto le basi per ridurre fortemente la presenza dei cinghiali e quindi contenere il rischio del propagarsi della peste suina africana.