Il contributo ambientale per le attività di cava è stato al centro di una interrogazione che si è svolta durante l’ultimo Consiglio provinciale. Il consigliere del Pd Massimiliano Capitani ha spiegato che questo problema è direttamente correlato con la crisi e che rischia di mettere in ginocchio l’attività dei cavatori: “I contributi riscossi dalle Province di Perugia e di Terni, che ne hanno la competenza, detratta la loro quota di competenza, vanno versati rispettivamente ai Comuni interessati e alla Regione”. “Ora c’è un problema – ha aggiunto Capitani – il regolamento regionale stabilisce che il titolare dell’autorizzazione o della concessione all’uso della cava provvede al versamento del contributo mediante il pagamento di tre rate così suddivise: le prime due sono l’acconto pari al settanta per cento del dovuto, calcolato sulla base del volume estratto l’anno precedente. La prima rata è versata entro la scadenza del 30 giugno e la seconda entro il 30 ottobre. La terza rata di saldo è versata entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello riferimento. Ora, considerata la crisi, i cavatori con il primo e il secondo acconto rischiano di versare una somma tale che può coprire tutto il materiale da scavare in un anno e di andare addirittura a credito”. “Chiedo allora se la Provincia – ha concluso Capitani – intende chiedere alla Regione un provvedimento eccezionale, vista la straordinarietà della crisi, che consenta di rimodulare il sistema contributivo”. La risposta è stata data dall’assessore provinciale competente Carlo Antonini. “E’vero, il problema c’è ed è grave – ha spiegato Antonini – non siamo in possesso dei dati più recenti, ma è prevedibile per il futuro un’ulteriore diminuzione produttiva nel settore delle cave, fino al 35%, c’è uno stato di estrema sofferenza economica del comparto estrattivo che progressivamente tende a peggiorare”. “La riscossione del contributo ambientale da parte della Provincia – ha continuato Antonini – ha permesso di osservare non tanto l’incongruità del valore unitario del contributo, quanto le modalità di pagamento, che potrebbero essere più semplici e razionali. La sospensione delle autorizzazioni di cava poi, nel caso di ritardi nel pagamento, appare una misura che congela il core business delle aziende estrattive, azzerando la possibilità di rientro nei pagamenti e avviandole ad un fallimento pressoché certo. Sono a rischio molti posti di lavoro”. “La Provincia di Perugia – ha concluso l’assessore – intende quindi farsi promotrice presso la Regione dell’Umbria dei problema chiedendo uno ulteriore studio sui contributi, che appunto potrebbero essere razionalizzati”. Nella sua replica il consigliere Capitani si è dichiarato soddisfatto della risposta e ha ribadito la necessità di contattare al più presto la Regione.
Provincia, interrogazione di Capitani sul contributo ambientale per le attività di cava
Mar, 14/02/2012 - 11:53