Province vicine al collasso, anzi al crack economico e finanziario. Ma per “crediti“, non per “debiti“. Questo quanto trapela da una nota della Provincia di Perugia, che lancia ora, insieme ai dipendenti dell’Ente e alle forze politiche, l’allarme per la mobilitazione. “La Provincia di Perugia non ha alcun debito che debba essere ripianato“, scrivono da Piazza Italia: una “gravissima difficoltà di bilancio“, quella in cui versa l’Ente, che sarebbe determinata dal fatto che, in attesa del riordino delle funzioni, l’amministrazione provinciale sta gestendo tutta una serie di servizi (centri per l’impiego, formazione lavoro, viabilità regionale, ambiente, caccia e pesca, controllo costruzioni, risorse idriche ecc.) “per conto dello Stato e della Regione senza che i relativi costi siano stati ancora pagati. Le risorse che tali Istituzioni devono erogare alla Provincia non sono un contributo da elargire più o meno generosamente, ma molto più semplicemente il preciso corrispettivo per i servizi effettivamente svolti“.
“Se oggi fosse il 30 settembre avremmo una sola strada davanti: la dichiarazione di dissesto finanziario dell’Ente”. Queste poi le parole del presidente Nando Mismetti durante il Consiglio provinciale di Perugia. “E’ una situazione realmente pesante – ha dichiarato rivolgendosi all’assemblea consiliare –, poco diversa da quella che spinse i due Consigli provinciali umbri nel dicembre ’14 ad approvare degli ordini del giorno in cui si delineavano i possibili disastrosi effetti che i provvedimenti di riordino avrebbero potuto avere sui nostri Bilanci di previsione”. Ad oggi, secondo quanto riferito da Mismetti, la Provincia di Perugia, come pure quella di Terni, è lontanissima dalla possibilità di chiudere entro il 30 settembre, ovvero tra soli cinque giorni, il proprio Bilancio di previsione 2015. “Non si tratta di un ‘buco’ – ha rimarcato il presidente – non c’è alcun debito che grava sui nostri conti. Stiamo al contrario assistendo agli effetti prodotti dai provvedimenti previsti dalla Legge di Stabilità e pertanto dai tagli sul personale e dal prelievo sulle entrate proprie della Provincia”. A questo punto Mismetti ha fatto presente come dal 1° gennaio ’15 ad oggi non sia stato possibile attuare alcun trasferimento di personale, non per inadempienze, quanto perché ad oggi manca il Dpcm sui criteri di mobilità. Secondo quanto sostenuto dal presidente, Perugia e Terni potrebbe chiudere i loro Bilanci solo se gli venissero garantite le risorse per il personale e i servizi legati alle funzioni non più fondamentali, ma che continuano ad essere a carico dei due Enti. Proprio per questa specificità il caso delle Province umbre approderà la prossima settimana al Tavolo nazionale. Attualmente nelle condizioni di Perugia e Terni si trova un’altra decina di Province italiane, oltre alle 6-7 già in pre-dissesto. “
Tanto che è lo stesso consigliere Floriano Pizzichini, dalla Provincia di Perugia, a levare lo scudo e minacciare le dimissioni. “La situazione in cui Governo e Regione stanno lasciando la Province è vergognosa”. Alla luce di quanto sta avvenendo in queste ore, Pizzichini si dice “pronto a rimettere il proprio mandato come gesto di dignità e di protesta”. “Si gioca sulla pelle di decine lavoratori e dei cittadini – ha detto -, cui non si garantiranno più servizi essenziali quali l’edilizia scolastica e la Viabilità. In questo quadro, anche il nostro ruolo di Consiglieri, svolto in questi mesi a mero titolo gratuito, è bene ricordarlo a chi ama strumentalizzare ruoli e persone, perde di significato”.
Il grido si alza anche da parte dei lavoratori. “La Regione dell’Umbria il Governo nazionale devono impedire il dissesto finanziario delle Province di Perugia e Terni”. È questa la richiesta che Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, insieme ai lavoratori delle Province hanno portato con forza ieri (24 settembre) nell’incontro che si è tenuto presso la sede della Regione. Nel corso del tavolo di governance, l’assessore Bartolini ha ribadito gli impegni presi dalla Regione e la piena disponibilità al riassorbimento del personale le cui funzioni torneranno direttamente in capo alla Regione stessa. L’assessore ha anche ammesso, però, che la situazione finanziaria in cui versano le Province di Perugia e Terni non consentirà di pervenire alla chiusura dei bilanci per l’anno 2015. Concetto ribadito anche dai due presidenti delle Province stesse, Mismetti e Di Girolamo, presenti all’incontro, che hanno confermato l’impossibilità, allo stato attuale, di far quadrare i conti. Una situazione della quale i due presidenti intendono informare il Governo per il tramite delle rispettive Prefetture. Stiamo facendo miracoli”, sono ancora le parole di Mismetti che nel suo intervento ha voluto rivolgere un pensiero ai dipendenti che “nonostante le difficoltà continuano a svolgere i loro compiti con professionalità” e un ringraziamento ai consiglieri provinciali per il grado di responsabilità dimostrato.
Stante questa assoluta incertezza, le organizzazioni sindacali hanno deciso di indire un’assemblea generale di tutti i dipendenti delle Province per lunedì 28 settembre, con presidi dei lavoratori davanti alle prefetture di Perugia e Terni. “Altro che riforma delle Province – affermano i segretari di Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, Vincenzo Sgalla, Ulderico Sbarra e Claudio Bendini – il vero risultato del governo Renzi è quello di sommare altri licenziamenti, tra i lavoratori pubblici, a quelli, già numerosissimi, dei lavoratori privati. Una situazione assolutamente esplosiva, sulla quale lo stesso governo e la Regione dell’Umbria devono assolutamente intervenire. Come organizzazioni sindacali contrasteremo con ogni mezzo la perdita anche di un solo posto di lavoro. Per questo invitiamo le lavoratrici e i lavoratori a partecipare numerosi alle assemblee e ai presidi di lunedì”.