Province, "Regione Umbria tuteli l'area di Terni" - Tuttoggi.info

Province, “Regione Umbria tuteli l'area di Terni”

Redazione

Province, “Regione Umbria tuteli l'area di Terni”

Ven, 31/01/2014 - 12:47

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“La Regione tenga in maggiore considerazione l’area della provincia di Terni anche alla luce della riforma che interesserà le Province italiane e che rischia di penalizzare Terni e il suo territorio”. Lo chiede Danilo Buconi in un ordine del giorno sul documento di sviluppo regionale 2014-2016 con il quale sprona l’amministrazione provinciale a chiedere a interessare la Regione per la costituzione di un tavolo interistituzionale che si occupi del futuro del territorio provinciale ternano. Buconi si dice favorevole ad “riequilibrio dei territori provinciali umbri e al sostegno legislativo, logistico e finanziario alle Unioni di Comuni anche con un progetto riformatore dell’ossatura istituzionale e costituzionale mirante alla definizione delle macroregioni, ponendo l’Umbria in posizione strategica e centrale in questo obiettivo”.

Di seguito il dispositivo dell’ordine del giorno (per l’intero testo si legga al link http://cms.provincia.terni.it/on-line/Home/UfficioStampa/Comunicatistampa/articolo10326.html):

“Il presidente e la giunta si impegnino “a fare propria l’esigenza di richiamare il Presidente e la Giunta regionale ad addivenire alle determinazioni riguardanti la programmazione futura della nostra regione secondo principi di parità e di pari opportunità che abbiano a valere per l’intero territorio regionale in particolare per le aree marginali delle due province e di quella ternana in particolare;

a chiedere al Presidente della Giunta regionale di convocare entro i termini di approvazione dei bilanci preventivi degli enti locali (28 febbraio 2014), un tavolo istituzionale aperto ai Presidenti di Province e ai Sindaci – sentite le organizzazioni di categoria dei lavoratori, dell’industria, del commercio e dell’artigianato nonché dalla forza lavoro del pubblico impiego in tutte le sue accezioni regionali – con l’obiettivo di raccogliere le sensibilizzazioni e le necessità infrastrutturali, economiche e sociali provenienti dai territori – anche in considerazione dello scioglimento definitivo di Giunte e Consigli provinciali; a farsi portavoce, presso la Giunta ed il Consiglio regionale, della necessità di ricondurre compiti e attribuzioni oggi riconosciuti ad enti ed agenzie di secondo livello, in capo agli enti elettivi di area vasta, anche attraverso un impegno concreto nella direzione del riequilibrio dei territori provinciali umbri e del sostegno legislativo, logistico e finanziario alle Unioni di Comuni; a farsi promotori presso la Regione Umbria della necessità di definire un nuovo progetto di sviluppo pluriennale della nostra Regione che, partendo dal sostegno alle fasce di popolazione più deboli, alle aree più marginali rispetto ai nuclei delle realtà provinciali e comunali, ai settori industriali, artigianali e commerciali in maggiore difficoltà in rapporto all’attuale congiuntura economica e sociale, individui quelle scelte legislative, operative e politico-istituzionali utili ad un rinnovato modello di sviluppo economico fondato sull’istruzione e sulla formazione di qualità, sulla crescita industriale tecnologicamente avanzata e legata alla green economy ed alla crescita sostenibile, alle produzioni tipiche e di qualità proprie del tessuto regionale umbro; a sensibilizzare il Presidente e la Giunta regionale circa la necessità di aprire la nostra Regione verso i territori confinanti di Lazio e Toscana, potenziando i collegamenti ferroviari ed interagendo questi ultimi con la rete Alta Velocità Roma-Milano e con la rete Roma-Ancona nonché l’interscambio ferro-gomma in ambito pubblico (anche meglio perfezionando amministrazione, programmazione e gestione dell’azienda Umbria Mobilità) e addivenendo alla definizione complessiva dei collegamenti dell’area ternana con Civitavecchia; a stimolare la definizione di nuove politiche abitative che, muovendo dal recupero del patrimonio edilizio esistente (con particolare riguardo ai centri storici), dalla riduzione delle volumetrie tipiche e dal potenziamento delle progettazioni a basso impatto energetico, trasformino l’elargizione a pioggia di contributi agli affitti in assegnazione di incentivi – legati al reddito degli interessati – volti alla scelta dell’abitazione di proprietà in luogo dell’alloggio in locazione”.

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