Svolta inaspettata nel processo che vede alla sbarra una 50enne spoletina accusata di aver tentato di dare fuoco alla vicina di casa gettandole addosso prima del liquido infiammabile e poi dei fiammiferi accesi. La donna, finita inizialmente alla sbarra per il reato di lesioni personali aggravate, dovrà rispondere ora di un’accusa ben più grave: quella di tentato omicidio. Il giudice Augusto Fornaci ha infatti accolto l’istanza del pubblico ministero Roberta Maio che chiedeva di cambiare il capo di imputazione. Pertanto ora i fascicoli processuali torneranno in Procura in attesa che venga fissata una nuova udienza di fronte al collegio penale.
I fatti – L’episodio risale al lontano 2005. Stando al quadro accusatorio la donna, all’epoca dei fatti 40enne, avrebbe lanciato, senza apparenti motivi, del liquido bluastro addosso alla vicina di casa, di 5 anni più giovane di lei. Poi avrebbe cominciato a lanciare fiammiferi accesi, senza fortunatamente colpire la donna. Provvidenziale, sempre secondo i fascicoli, sarebbe stato l’intervento del marito della presunta vittima, che l’avrebbe condotta in casa prima che la situazione degenerasse ulteriormente. Prima di lasciarla in pace la vicina avrebbe comunque avuto il tempo di scagliare un paio di forbici contro la poveretta, mancandola anche in questo caso.
Indumenti sequestrati – Gli agenti di Polizia del commissariato di Spoleto, intervenuti per sedare la lite, accertarono che gli indumenti della presunta vittima dell’aggressione emanavano un forte odore di sostanza probabilmente infiammabile e pertanto li posero sotto sequestro per metterli poi a disposizione dell’autorità giudiziaria. L’imputata è difesa dall’avvocato Salvatore Finocchi del foro di Spoleto.
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