C’è una svolta clamorosa nell’inchiesta sulla Banca Popolare di Spoleto, l’istituto passato di recente nelle solide mani di Banco Desio e della Brianza: la Procura della Repubblica di Spoleto, che nel maggio 2013 aveva formulato la conclusione delle indagini ex 415 bis nei confronti di 34 indagati, sta notificando un nuovo avviso di conclusione indagini in seguito al quale sarebbero state stralciate circa una ventina di posizioni rispetto a quelle formulate quasi due anni fa.
L’ufficio della Procura – allora guidato dal procuratore capo Gianfranco Riggio, che nel dicembre 2013 aveva lasciato anzitempo l’incarico per la pensione, e dalla pm Federica Albano, trasferita a Tivoli nel luglio dello stesso anno – è retto dal gennaio 2014 dal pm Gennaro Iannarone (in servizio all’Ufficio dal settembre 2013) che ha firmato i nuovi provvedimenti. La notizia sta facendo il giro della città del festival e non solo dallo scorso week end, non senza destare un qualche clamore. Impossibile al momento visionare le carte del nuovo provvedimento giudiziario. Certo è che il contraddittorio instaurato dalle difese dei 34 indagati all’indomani della chiusura delle indagini e i successivi riscontri hanno demolito una buona parte dell’impianto accusatorio. A quanto è dato sapere, confermato a Tuttoggi da diversi studi legali, è stata stralciata la posizione di tutto l’ex board allora diretto dal presidente Nazzareno D’Atanasio e dal vice presidente vicario Michelangelo Zuccari, di parte dei dipendenti Bps e degli imprenditori finiti al centro dell’inchieste eseguite dalla Polizia Valutaria, reparto di punta della Guardia di Finanza. Come pure delle ispezioni della Banca d’Italia che nel gennaio 2014 aveva proposto e ottenuto dal Ministro per l’economia il commissariamento di piazza Pianciani e la successiva vendita all’istituto lombardo.
Il “cuore dell’inchiesta”, come lo ha definito uno degli avvocati, sarebbe però rimasto intatto. Al centro rimane dunque l’ex dominus Giovannino Antonini, cui sono però stati derubricati alcuni dei reati contestati all’origine a cominciare dalla mediazione usuraria.
La soddisfazione dell’ex n. 1 – raggiunto telefonicamente all’estero, dove si trova per motivi di lavoro, l’ex presidente della PopSpoleto Nazzareno D’Atanasio ha commentato così la notizia: “sono contento di questa decisione di cui ero peraltro certo – dice a Tuttoggi.info -, non ho ancora letto le carte, mi dispiace invece per i dipendenti della banca che restano ancora al centro dell’inchiesta”.
Il legale di Antonini – soddisfatta anche la difesa dell’ex n. 1 della controllante Scs, l’avvocato Manlio Morcella, che in una intervista al Giornale dell’Umbria (in edicola domani) conferma che il contraddittorio e i successivi riscontri degli inquirenti hanno permesso di “snellire in maniera importante l’articolata strutturazione delle primigenie contestazioni. Più di taluna, improntata ad una inesatta ricostruzione dei fatti, è saltata. Come sono saltate ipotesi delittuose oltremodo improbabili, come la associazione per delinquere ed episodi di supposta usura”.
Maggiori approfondimenti nel corso delle prossime edizioni
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