Un documento troppo sbilanciato nei confronti del Rettore, con la Regione che rischia di perdere sovranità. Severo il giudizio dell’Intersindacale sul Protocollo d’intesa stilato tra Regione e Università in materia sanitaria che, in una lettera indirizzata ai vertici della Regione e della Sanità, mettono nero su bianco le proprie perplessità.
Dopo aver espresso infatti parere favorevole, le organizzazioni sindacali di dirigenza medica, veterinaria e sanitaria hanno aperto una riflessione che fa emergere, senza appello, un risultato: “unilateralità di visione una unilateralità di visione a favore dell’Università, con notevoli discrepanze tra gli universitari e la dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e delle professioni sanitarie, non solo in termini di evoluzioni di carriera e di prestigio, ma anche negli aspetti didattico formativi e di ricerca”.
I firmatari del documento raccontano infatti che “nella convenzione è previsto che gli universitari dedichino all’attività clinica sui pazienti il 60% del loro tempo lavoro e il restante 40% alla didattica e ricerca, mentre la dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e delle professioni sanitarie, pur dovendo comunque provvedere all’attività formativa (tutoraggio e ricerca), non ha definita nel proprio monte orario contrattualmente previsto, una distinzione di tale attività“.
E sul Rettore, si parla di “aspetto controverso“. “Il Rettore è protagonista nella nomina dei direttori generali; il Rettore è protagonista nella stesura dell’atto aziendale e della sua approvazione; il Rettore è protagonista nella nomina dei responsabili di dipartimento ad attività integrata; il Rettore è protagonista nella nomina dei direttori di struttura complessa; il Rettore è protagonista anche nella istituzione dei dipartimenti ad attività assistenziale. Da quanto sopra espresso appare evidente l’eccessiva ingerenza che il Rettore potrebbe avere nella Governance dell’Azienda Ospedaliera Universitaria, cosa che non è parimenti valida per la Presidente della Giunta Regionale, a discapito dei direttori generali. In aggiunta il Rettore non risponde delle proprie scelte, in quanto a differenza degli Organi decisionali della Regione, non è eletto democraticamente dai cittadini e non è quindi sottoposto alla verifica del suffragio universale”.
Per i sindacati della sanità, viene a mancare nel Protocollo “quella terzietà ed imparzialità che la Costituzione impone alla pubblica amministrazione, essendo presenti e purtroppo molto intrecciati tra loro, aspetti di interesse pubblico con quelli di interesse individuale. Inoltre, il Rettore non sempre è un esperto in materia di programmazione sanitaria, e potrebbe non avere conoscenze cliniche adeguate a valutare e giudicare professionisti esperti in materie sanitarie che ricomprendono al loro interno, specialità diverse. Sorge forte il dubbio che potrebbe non essere perseguibile un risultato di qualità eccellente, come il protocollo afferma di voler realizzare. L’Università avrebbe dovuto separare almeno il livello politico da quello più squisitamente tecnico, riservando al livello politico (il Rettore) i rapporti con la Regione e al livello tecnico, quelli con il Direttore Generale”.
L’allarme è legato al fatto che la Regione “rischia di perdere molta di quella sovranità che la popolazione umbra nel suo complesso, le ha conferito con procedure democratiche, mentre mantiene la titolarità nella copertura di eventuali disavanzi di bilancio, dovendo però dividere eventuali utili con l’Università. Siamo consapevoli che un’analisi accurata del Protocollo d’Intesa potrà essere fatta solo in presenza dei Protocolli attuativi dello stesso e a tale proposito abbiamo apprezzato le previsioni dell’art.10 co.3 che consentono alle OO.SS. di averli a disposizione prima della loro sottoscrizione, quale informativa preventiva che possa consentirci di esprimere osservazioni e proposte ai sensi dell’art.4 co 3 vigente CCNL. Nell’attesa, è nostra intenzione evidenziare in maniera analitica, le carenze articolate nel protocollo d’intesa, anche al fine di suggerire eventuali correttivi che se esiste la volontà politica, potrebbero essere recepiti nei protocolli stessi, sempre con il fine ultimo di partecipare in maniera costruttiva, alle scelte di tutela della salute pubblica che poi si ripercuotono sui nostri concittadini e sui colleghi ospedalieri ed universitari del SSR”.
I firmatari del documento sono: AAROI – A.Chianella, ANAAO-ASSOMED – G. Vincenzoni – B. Passamonti, CIMO Marco Coccetta – Cristina Cenci, FESMED – A. Spizzirri, FVM – G. Lo Vaglio, FASSID – R. Ferranti, CGIL – M. Patiti, CISL – T. Moschini – L. Castiglione, UIL – A. Crescenzi.