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Prefettura e Comuni firmano protocollo contro infiltrazioni criminali

Anche in Umbria recenti provvedimenti giudiziari hanno evidenziato la sussistenza di infiltrazioni della malavita organizzata mafiosa in particolare ponendo in luce l’esistenza di un sodalizio di stampo ‘ndranghetista, insediato sul territorio perugino ma con solidi collegamenti con cosche del Crotonese ed interessi in settori dell’economia legale quali l’edilizia in primo luogo, ma anche il commercio, l’intrattenimento, il fotovoltaico”. Sembra essere questa, insieme alle altre motivazioni elencate nel documento, una delle ragioni della scrittura di un protocollo d’intesa per la legalità e la prevenzione dei tentativi di infiltrazione criminale che la Prefettura di Perugia e 16 Comuni della provincia umbra hanno sottoscritto (o sono in procinto di firmare).

Le istituzioni hanno dunque deciso di rafforzare la cooperazione tra loro, ricordando anche la Relazione Annuale 2014 della Direzione Nazionale Antimafia, che a suo tempo aveva indicato “come le risultanze delle indagini documentino il rischio di una silente infiltrazione nell’economia del territorio di criminalità di stampo mafioso di matrice allogena di cui l’efficace attività investigativa ha disvelato la strisciante infiltrazione economica, in particolare nel settore dell’edilizia, strumentale ad acquisire una facciata pulita”.

Nel documento si legge inoltre, come ulteriore motivazione del protocollo: “le organizzazioni criminali mafiose manifestano una crescente tendenza ad affermare la propria presenza al di fuori delle Regioni d’origine, richiedendo elevata attenzione ed interventi preventivi preordinati ad impedire eventuali infiltrazioni nell’economia legale”. Quella della criminalità organizzata è dunque una “capacità mimetica funzionale al raggiungimento degli scopi criminosi e per uno spostamento del proprio baricentro d’azione verso l’attività d’impresa”.

Così, dopo la firma del protocollo di Intesa tra il Ministro dell’Interno e il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione del 15 luglio 2014, ecco il testo sulla legalità. Nello specifico esso punta a intervenire in materia di: appalti pubblici, con un maggiore controllo per tutti i contratti relativi a opere e lavori pubblici di valore superiore a 250.000,00 euro, o servizi e forniture di valore superiore a 150.000,00 euro, e per tutti i subappalti e subcontratti di valore superiore a 50.000,00 euro (per quest’area di intervento, il protocollo mira a far attivare maggiore monitoraggio anche per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro); di urbanistica ed edilizia; di commercio contro l’usura e l’estorsione; di contrasto all’immigrazione irregolare. Il protocollo mira anche a rafforzare i controlli antimafia ai lavori definiti sotto soglia, e ancora alle ditte interessate a “interventi di trasformazione del territorio con conseguente variazione urbanistica“. Firmando il protocollo con la Prefettura, il Comune parte dell’accordo si impegna a inserire nei propri bandi e contratti una clausola apposita, che impone alle ditte appaltatrici di iscriversi alla cosiddetta white list della Prefettura.

I comuni ad aver sottoscritto l’accordo sono, al momento: Perugia (che lo ha sottoscritto già a luglio scorso), Magione, Foligno, Assisi, Bevagna, Umbertide e tutti i comuni della Valnerina. Ma la lista potrebbe sicuramente diventare più lunga: ci sarebbero infatti altri Enti pronti a firmare il protocollo con la Prefettura del capoluogo umbro.

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