Perugia

“Protocollo Covid unico sui bambini”, il caso della mamma perugina in Regione

Il caso della mamma perugina e la sua odissea per far fare il tampone al figlio con la febbre arriva fino in Regione. Il consigliere pentastellato Thomas De Luca chiede che vengano uniformate le procedure di verifica, soprattutto quando queste riguardano i bambini.

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“Totale assenza di orientamento per tutte le persone che presentano sintomatologie lievi o presunte, specialmente per quanto riguarda i bambini. Comunicazioni spesso contraddittorie tra le diverse aziende e distretti. Una confusione inverosimile visto l’avvicinarsi del periodo autunnale ed il prevedibile aumento della diffusione di stati influenzali che rischiano di mettere in pericolo le misure adottate e la credibilità delle istituzioni” denuncia De Luca.

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“Sono sempre più numerose – afferma il consigliere pentastellato – le segnalazioni che arrivano ai nostri uffici sui protocolli relativi ai tamponi per il Covid-19. Non ultimo il caso della donna di Perugia riportato dagli organi di stampa”.

Il caso della mamma perugina e di suo figlio

La donna, preoccupata per le condizioni del figlio che aveva febbre a 38,5° e con una situazione di rischio individuale e familiare – lei immunodepressa e con un suocero sotto ossigeno e una madre allettata – aveva iniziato a contattare il servizio di pediatria per richiedere la possibilità di eseguire un tampone. Richiesta che non è stata accolta nonostante la febbre del bambino in rapida crescita sino ad arrivare ai 39° con perdita del senso del gusto. Solo il venerdì successivo la donna è stata ricontattata e le è stato proposto un appuntamento per effettuare il tampone il lunedì mattina successivo.

Nel timore di dover aspettare e dopo aver contattato nuovamente la pediatra, la donna è stata indirizzata al drive-in di piazzale Europa, dove nonostante la segnalazione del medico la sua richiesta non è stata presa in carico. Rispedita a casa, la donna ha ricontattato la pediatra e chiesto, invano, di poter ricevere almeno una visita a domicilio per sincerarsi dello stato di salute del figlio.

Solo dopo l’ennesima telefonata al centro salute la mamma perugina è riuscita ad ottenere un appuntamento per il giorno dopo, il sabato, quando le è stata concessa assistenza a domicilio per il tampone, che poi è risultato fortunatamente negativo.

De Luca: casi frequenti

“Casi come questo sono purtroppo sempre più frequenti e per questo –
conclude De Luca – chiediamo alla Giunta regionale se sia il caso di avviare
una campagna di comunicazione istituzionale e di informazione sul protocollo da adottare in caso di sintomatologie lievi e severe, nei casi in cui è prevista la necessità di sottoporsi al tampone, sui tempi e le modalità di
isolamento in attesa di esito e sui comportamenti da adottare. Oltre a questo riteniamo indispensabile uniformare sull’intero territorio regionale il protocollo adottato dalle aziende sanitarie e ospedaliere”.