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Protezione Civile, in un convegno presentato dalla I^ Commissione provinciale il libro di Massimo Furiozzi

Nella storia della protezione civile italiana il modello Umbria è stato e continua ad essere un “sistema positivo” e l’attività svolta dalla Provincia di Perugia attraverso il Servizio controllo costruzioni e protezione civile rappresenta “un’eccellenza”, come attestano le consulenze prestate per esempio all’indomani del terremoto abruzzese. Tuttavia, qui come altrove, occorre lavorare per la diffusione di una cultura della protezione civile verso la quale non vi è ancora sufficiente attenzione, soprattutto in tempi “di pace”. A queste conclusioni si è giunti questa mattina, in Provincia, in occasione della presentazione del volume di Massimo Furiozzi “La protezione civile in Italia e all’estero”, organizzata dalla prima Commissione consiliare permanente e a cui hanno preso parte in forma congiunta anche le altre Commissioni consiliari. Un libro dal taglio innovativo “in quanto – come spiegato dall’autore – intende dare un contributo allo sviluppo di un modello di protezione civile sempre più condiviso attraverso l’analisi dell’evoluzione storica della materia e mettendo a confronto i sistemi di protezione civile in Europa e nel mondo”. Un panorama alquanto eterogeneo e complesso: “La via d’uscita – secondo Furiozzi – non può che essere lo sviluppo di una cultura della sicurezza in cui il cittadino sia consapevole dei rischi, capace di leggere i segnali di pericolo, primo soccorritore di se stesso”. In questo campo tuttavia, come detto, l’Umbria si pone all’avanguardia. “Tutto ciò che ruota attorno alla protezione civile – è stato il pensiero espresso dal presidente del Consiglio provinciale Giacomo Leonelli – è nel dna della nostra regione. La nascita di tanti comitati territoriali dimostra un’elevata sensibilità verso la tutela del territorio”. Forse perché, come ricordato dal presidente della prima Commissione Massimiliano Capitani, l’Umbria è una delle tre regioni italiane ad avere il 100% di comuni a rischio idrogeologico e la quasi totalità classificata in prima o seconda categoria in quanto a rischio sismico. Una realtà che ha spinto la Provincia di Perugia, come sottolineato dallo stesso Capitani, ad affinare le proprie conoscenze e intensificare la propria attività fino a diventare un modello da esportare fuori dai confini regionali e nazionali. E’ stato il dirigente del Servizio protezione civile Utilio Nasini a ripercorre le tappe, dal terremoto del ’97 che spinse l’Ente ad avviare un intenso lavoro sulla pianificazione dell’emergenza, ad oggi quando tutti i 59 comuni della provincia sono collegati in rete e molti di loro hanno già elaborato i propri piani di emergenza. “Negli ultimi due anni – ha fatto presente l’assessore provinciale alla protezione civile Roberto Bertini – sono stati messi in sicurezza attraverso i piani di emergenza dieci comuni, ma il nostro obiettivo è la messa in sicurezza di tutti i nostri territori. A tal fine sono stati raggiunti accordi con l’Anci e con la Croce Rossa Italiana”. “Possiamo essere orgogliosi del nostro sistema di protezione civile – ha aggiunto l’assessore – in quanto sta producendo risultati eccellenti, riconosciuti a tutti i livelli”. E’ stato però il delegato esecutivo del presidente per la sicurezza Ivo Fucelli ha porre l’accento sulla mancanza ancora di una “cultura della protezione civile”, intesa come sistema organizzato finalizzato alla protezione, prevenzione e soccorso. Un pensiero sostanzialmente condiviso da Sandro Costantini, dirigente del Servizio protezione civile della Regione Umbria, secondo il quale, nonostante l’Italia sia stata “più brava a normare questo sistema”, occorre ora lavorare sulla formazione delle persone, tenendo conto anche del significativo apporto proveniente dal mondo del volontariato. Alla presentazione del volume è intervenuto anche lo storico Franco Bozzi che ha stigmatizzato la recente tendenza della protezione civile ad assumere compiti a volte impropri. “Sarebbe utile – ha osservato – che tornasse nell’ambito specifico per cui è stata costituita”. Di importanza della prevenzione ha infine parlato il consigliere provinciale di Sinistra e Libertà – Socialisti riformisti Enrico Bastioli secondo il quale l’Umbria ha dimostrato di essere un grande modello di ricostruzione dal basso.

“Il gruppo provinciale del PRC – afferma una nota del Capogruppo Luca Baldelli – esprime soddisfazione per l’esito del Convegno sulla Protezione Civile organizzato dalla I Commissione consiliare : si è dimostrato, con dati e con fatti, che quello umbro, attaccato dal centro – destra nazionale e locale, rappresenta un ottimo modello, di contro al modello nazionale, pieno di falle ed episodi non del tutto chiari. La nostra Regione e la nostra Provincia hanno non solo saputo dare risposte in ordine alle emergenze, ma anche sul fronte della prevenzione degli eventi calamitosi si sono dimostrate dei battistrada. Le professionalità della nostra Provincia e della nostra Regione sono state richieste e utilizzate in Abruzzo dopo il sisma del 2009, mentre la Provincia di Perugia ha svolto attività di coordinamento e pianificazione in ordine ai Piani di emergenza di 9 Comuni. Il PRC chiede che tutti e 59 i Comuni della Provincia possano avere in tempi brevi, con l’appoggio politico e tecnico del nostro Ente, Piani efficaci e completi di emergenza, con un’espansione delle attività della Protezione civile e un coinvolgimento delle istituzioni e della società tutta tale da creare un’organizzazione ancora più capillare ed efficacia”.