Sara Minciaroni
Oggi in aula è stata la volta del super testimone, il fratello dell'accusato. Ma le dichiarazioni del congiunto convivente di Desposorio Mendocilla Guadalupe Dolores lasciano aperta una duplice interpretazione.
La testimonianza chiave. L'uomo infatti ha dichiarato che la notte in cui Nilda Beatriz Rodigruez è stata uccisa tra l' 8 ed il 9 agosto del 2009 sia lui che il fratello si erano recati a casa del terzo fratello, per festeggiare il suo compleanno. Una cena che secondo il racconto del testimone, sentito questa mattina nell'aula del tribunale di Perugia, sarebbe durata fino alle 21. Poi i due fratelli che vivevano insieme avrebbero fatto ritorno a casa e rimasti a parlare per almeno un paio d'ore, si sarebbero congedati alle 23, per andare ognuno nella propria camera da letto.
A dormire o a commettere un omicidio? E qui le ipotesi si dividono. Per la difesa dell'unico accusato per l'omicidio della prostituta, massacrata di botte e finita a coltellate in una stradina di Pian di Massiano, questo sarebbe un alibi sufficiente a dimostrare che il Mendocilla non può essere l'assassino, per l'accusa invece i tempi coinciderebbero perfettamente con l'ora del delitto. Il testimone che non era mai stato ascoltato dagli inquirenti è stato incalzato proprio su questo punto ma alla richiesta del perchè non abbia mai chiesto di poter dire che quella sera era con il fratello la sua risposta è stata, “perchè nessuno me lo ha chiesto”.
PROSTITUTA UCCISA A PERUGIA / I SETTE MINUTI DI ORRORE E IL MASSACRO DI BEATRIZ
L'omicidio. In sette minuti di orrore Beatrzi è stata uccisa dal suo aguzzino che l'ha riempita di lividi, l'ha picchiata tanto da farle saltare i denti e poi l'ha finita con un coltello di piccole dimensioni, in una strada senza uscita traversa di via Perari a Perugia zona Pian di Massiano. Un luogo del tutto estraneo al traffico e al passaggio. Un vicolo cieco dove Beatriz portava i suoi clienti per consumare sesso a pagamento. Per la morte della prostituta a 14 mesi dall'omicidio è stato indagato e rinviato a giudizio cittadino peruviano di 43 anni, difeso dall'avvocato Nicodemo Gentile. Parte civile nel processo si sono costituiti i tre figli della vittima: il più piccolo ancora minorenne è assistito dall'avvocato Ilaria Moretti, la figlia minore dall'avvocato Stefano Castellani, mentre la più grande dal legale Donatella Frisullo. Questa mattina si è tornati in aula per una nuova udienza nella quale sono stati sentiti i testimoni richiesti dalla difesa.
Nuove perizie. Nella prossima udienza che si terrà il 29 maggio verrà proiettato in aula il video di una ricostruzione richiesta dal pm Giuseppe Petrazzini per verificare la compatibilità dei fari di una Fiat Punto con l'auto impressa nei video delle telecamere che quella notte erano puntate proprio sulla zona del delitto e sul tragitto che l'auto dell'assassino deve aver compiuto quella notte. L'auto dell'accusato è proprio una Fiat Punto e questo elemento potrebbe rivelarsi importante in queste ultime, importanti battute di processo. Il pm ha richiesto anche al Ris la comparazione dell'identikit del viso che una testimone ha descritto dopo l'omicidio con quello dell'imputato.