Proseguono i lavori all’interno della Cappella del Gonfalone presso l’Auditorium di San Francesco al Prato. Un intervento finanziato dall’azienda farmaceutica perugina Sterling S.p.a. per un importo di 75 mila euro nell’ambito del progetto Art bonus.
Il progetto prevede il restauro e la ricostruzione dell’altare nella Cappella del Gonfalone, demolito alla fine degli anni ‘70, e la ricollocazione delle sepolture di Braccio Fortebraccio e degli esponenti della famiglia della Corgna nella Cappella degli Oddi.
Questa ricollocazione riguarderà in aggiunta manufatti ed opere d’arte, anche in riproduzione digitale, storicamente lì presenti.
Nelle scorse settimane si è invece concluso il restauro del sarcofago di Bartolo da Sassoferrato, giurista italiano del ‘300, e del busto di Ascanio della Corgna, nobile perugino e primo marchese sovrano di Castiglione del Lago.
Il restauro del sarcofago di Bartolo, le cui spoglie sono state traslate negli anni ’70, è stato caratterizzato da una prima pulitura della parte sottostante in marmo e da quella del travertino bianco del coperchio. In particolare, per la rimozione dei depositi incoerenti di muschi e alghe è stato effettuato un trattamento biocida a cui sono seguiti gli impacchi chimici volti a sciogliere la crosta nera di deposito coerente formatasi nel corso dei secoli. Dopo la pulitura è avvenuta la microstuccatura di fessurazioni per permettere la corretta chiusura delle lacune. A questo punto si è svolta la cura cromatica e la rirubricatura della scritta “Bartholvs hic iacet” che corre sulla parte frontale del sarcofago. Infine è stato applicato un protettivo idrorepellente.
Tramite l’intervento conservativo sono state preservate le patine del tempo nonché gli antichi trattamenti ancora presenti sulla parte frontale e centrale del manufatto, soprattutto in corrispondenza dello stemma che ricorda la famiglia “Orsini” (prima metà del ‘400).
L’ultima fase ha visto il restauro del busto di Ascanio della Corgna, realizzato da Danti secondo recenti studi, che verrà ricollocato sopra al il nuovo sarcofago destinato ai resti della famiglia della Corgna.
Il busto è stato soggetto ad un intervento conservativo durante il quale, dopo diverse prove tecniche, si è optato per l’utilizzo della saliva sintetica come migliore scelta metodologica per la pulitura dei depositi superficiali. Durante il restauro sono emerse sulla superficie dell’opera diverse incisioni simmetriche e numerosi residui di gesso sul volto, vesti e capigliatura; tali evidenze lasciano aperta l’ipotesi molto probabile sul fatto che in passato il busto sia stato oggetto di un calco effettuato direttamente sulla sua superficie. È stato poi riscontrato anche un precedente restauro eseguito su una porzione di veste; durante tale intervento venne rincollato un frammento forse distaccatosi a causa di qualche trauma. Come trattamento finale è stata scelta ed applicata una cera microcristallina, incolore ed opaca, che ha permesso il massimo risalto cromatico del materiale lapideo costituente l’opera d’arte nonché la sua protezione.
Gli interventi conservativi sono effettuati dalla restauratrice dottoressa Laura Zamperoni con la sorveglianza del dottor Giovanni Luca Delogu della Soprintendenza Archeologia, Beni Artistici e Paesaggio dell’Umbria, nell’ambito del progetto generale di valorizzazione della Cappella del Gonfalone dell’architetto Stefano Barcaccia, responsabile tecnico Art Bonus del Comune di Perugia.