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Prosegue a Spoleto con “Il Disebocchio” il percorso del progetto La Città nell'Anima

“La città in questo progetto non è pensata né concepita come grande centro abitato, spesso contrapposto a campagna, contado, ma piuttosto come luogo in cui l’uomo si riconosce, dove si perde per ritrovarsi o per disperdersi senza trovarsi mai più. In questo progetto la città non ha mura, ha invece antri luoghi non luoghi che sono costruiti dai ricordi e dalle vite vissute. La città in questa iniziativa non ha strade, né vie. Sono i sogni e le speranze mai sopite a tracciare vicoli, vie e strade. La città dell’Anima è un luogo che non c’è, ma che si può trovare tra i ricordi, tra i sentimenti, tra le speranze e le rabbie, tra i desideri e le grida mai urlate o quelle strillate senza che nessuno le sentisse. È per questo che il viaggio di riscoperta della Città della Anima comincia dallo scaRaboccHio cioè dai disegni che producono i bambini e che gli adulti cercano di riprodurre quando al telefono disegnano sul giornale o sulla rubrica telefonica. Così lo scarabocchio si arricchisce diviene linea di confine tra qualcosa di illeggibile e qualcosa che l’occhio riconosce. Per cui lo scarabocchio verrà concepito come entità definita e finita con la stessa dignità del disegno. Non cosa informe da nascondere coprire a o buttare ma come varco e graffito da leggere perché ci porti negli anti assoluti dell’anima. Per cui il termine ideale che si userà esclusivamente per questo progetto sarà: DiseboccHio”.