Si allarga il fronte di chi, in Consiglio regionale in Umbria, chiede di prorogare la caccia al cinghiale per frenare la possibilità che si diffonda la peste suina africana, dopo i casi accertati dall’Izsum di Perugia su carcasse prelevate in Piemonte e Liguria.
Dopo Andrea Fora (Patto civico) è l’esponente della Lega Manuela Puletti ad avanzare questa richiesta all’assessore Morroni. Spiegando di aver avviato su questo tema un’interlocuzione “con i rappresentanti delle associazioni venatorie umbre”.
La peste suina africana è una malattia virale che non si trasmette all’uomo, ma che è molto contagiosa tra cinghiali e maiali. Il danno per gli allevamenti e le attività di lavorazione e commercializzazione delle carni è quindi molto elevato.
Anche la Regione Umbria si è attivata per intraprendere una serie
di confronti con realtà del mondo venatorio ed esperti del settore,
iniziando dal direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale
dell’Umbria e delle Marche Vincenzo Caputo che interverrà mercoledì
prossimo in Seconda commissione, al fine di elaborare le strategie di
contenimento adeguate alle circostanze.
“In tale contesto – informa Puletti – ho avviato personalmente
un’interlocuzione con alcuni rappresentanti delle associazioni venatorie
umbre, raccogliendo consenso pressoché unanime all’ipotesi di una deroga
al calendario venatorio che autorizzi interventi di contenimento dei
cinghiali da parte dei cacciatori oltre il termine previsto. Sulla base delle
indicazioni fornite dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca
Ambientale (Ispra), secondo cui è di cruciale importanza limitare la
diffusione della PSA attraverso l’adozione di misure che dovranno
riguardare anche lo svolgimento dell’attività venatoria, ho chiesto
all’assessore Roberto Morroni di prorogare la caccia al cinghiale nella
nostra regione per il periodo necessario al contrasto del dilagare della
peste suina africana. L’obiettivo che tale misura dovrà perseguire –
conclude – è quello di implementare il piano di abbattimento di cinghiali,
permettendo così all’Umbria di adeguarsi al target previsto”.