Terni

Pronto soccorso Terni, “qui si lavora con massima serietà nonostante record di pazienti”

Una situazione sempre più difficile da affrontare per il personale, con un numero record di pazienti trattati (“mai nessuno è stato respinto“) ed in una realtà ancora di emergenza pandemica con percorsi separati per via del Covid-19. E’ questo il quadro che l’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni fa del pronto soccorso dopo la denuncia dell’utente che ha aspettato 17 ore e la visita nelle ultime ore del direttore regionale alla Sanità Massimo D’Angelo.

A fare il punto della situazione è il direttore generale dell’ospedale di Terni (dimissionario) Pasquale Chiarelli. Mentre nelle ultime ore lo stesso primario del pronto soccorso, Giorgio Parisi, ha affidato un suo lungo sfogo alla pagina Facebook “Terni Malandata”, facendo un punto sulla carenza di medici attraverso una similitudine con i baristi, per far meglio capire la situazione.


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Il paziente in attesa per 17 ore e gli accessi al pronto soccorso

La direzione dell’ospedale di Terni in primis fa chiarezza su quanto avvenuto nei giorni scorsi, quando un utente ha lamentato di essere rimasto in attesa per 17 ore.

“In riferimento alle ultime notizie apparse sui media relativamente al Pronto soccorso, la direzione dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni precisa che fra il 19 e il 20 luglio, nelle ore in cui si colloca l’esperienza del paziente che ha esposto il reclamo per la lunga permanenza nel Pronto Soccorso di Terni, lo stesso ha visitato 214 pazienti, numero al di sopra anche dei picchi più volte registrati. Precisamente il paziente è giunto in Pronto Soccorso alle 23,35 del 19 luglio in codice verde, con sintomi che quindi non rappresentavano una condizione di gravità, ed è stato ricoverato alle 15,30 del giorno successivo, dopo essere stato tenuto in osservazione durante tutta la sua permanenza. Nel frattempo il personale del Pronto Soccorso, con la collaborazione dei professionisti di tutto l’ospedale, ha accolto e visitato numerosi pazienti di cui 4 in condizioni molto gravi che erano giunti con codice rosso e 32 che erano giunti con codice giallo, qualificandosi pertanto come pazienti affetti da patologie a rischio per la sopravvivenza ai quali i medici di pronto soccorso hanno letteralmente salvato la vita”.

Chiarelli: “E’ stato tenuto in osservazione come tutti”

“Siamo spiacenti che il paziente abbia vissuto come ‘apparentemente futile’ quella lunga attesa, perché in realtà, per valutare la reale necessità del ricovero, durante la sua permanenza è stato visitato e tenuto in osservazione come avviene per ogni altro paziente, fatta eccezione che per alcuni esami eseguiti il giorno precedente, che il signore aveva portato in visione e che il personale medico non ha ritenuto utile ripetere a distanza di così poche ore”.

“Senza dimenticare – ricorda il Dg Pasquale Chiarelli – che tutto questo avviene non in uno ma in due strutture di Pronto Soccorso che si affiancano costantemente per tenere separati e in piena sicurezza i percorsi dei pazienti con Covid, a discapito degli spazi disponibili e, purtroppo, del comfort dei pazienti”.

Cronica e insostenibile situazione di iperafflusso di pazienti

“Nonostante la cronica e ormai insostenibile situazione di iperafflusso di pazienti – aggiunge Chiarelli –, il Pronto Soccorso di Terni non soltanto non ha mai respinto alcuna persona malata proveniente da tutto il territorio regionale e anche dalle regioni limitrofe, ma continua a lavorare con la massima serietà secondo percorsi improntati all’accoglienza e alla sicurezza della persona, procedure condivise e costantemente aggiornate, e facendo fronte a criticità più volte rese note a tutti i livelli.

“Visita di D’Angelo non è stata un blitz, nostre porte sempre aperte”

È importante a mio avviso che anche gli organi di stampa, al pari delle istituzioni tutte, si facciano carico di non far passare la visita del direttore D’Angelo come un blitz, perché le nostre porte sono sempre state aperte e, anzi, a nome della direzione e dei professionisti dell’ospedale di Terni, posso dire che tutti ci auguriamo che il dialogo con il direttore regionale alla salute prosegua al fine di affrontare in modo serio e costruttivo ogni aspetto e ogni criticità del sistema sanitario regionale di cui l’ospedale è parte integrante, senza puntare il dito contro una sola parte di questo complesso sistema”.