La seconda iniziativa di Progetto Scenario ha fatto tappa a Città di Castello, presso la sala parrocchiale Madonna del Latte, discutendo di partecipazione alla presenza della deputata democratica Anna Ascani e dei giornalisti Giuliano da Empoli e Riccardo Luna, e ospitando il racconto di numerose esperienze umbre.
“È emozionante – dichiara Ascani – giocare in casa e proprio nella mia cittadina portare Progetto Scenario, che non solo oggi discute di partecipazione con i nostri graditi ospiti ma fa partecipazione, oggi e tutti i giorni. Progetto Scenario è una rete, di cui sono al servizio portando in dote la mia esperienza di deputata, che ha il suo cuore nelle tante persone che dall’Umbria s’impegnano a costruire queste iniziative, coniugando i nuovi media con incontri come quello odierno. Ripensare e costruire comunità, luoghi e libertà progettuale, ossia l’essenza della partecipazione: a questo nobile intento, nel nostro piccolo, stiamo contribuendo con Progetto Scenario”
“Mi astengo – racconta Giuliano da Empoli – dall’usuale retorica celebrativa sulla partecipazione, preferendo portare alcune provocazioni e questioni aperte. Intanto un paradosso: la partecipazione non si può misurare solo dal volume. Spesso, infatti, grande mobilitazione vuol dire crisi e pericoli, come per esempio nel caso delle primarie repubblicane che rischiano di vedere l’ascesa dell’outsider Trump. Pensiamo poi al cortocircuito tra massima retorica partecipativa (uno vale uno) e centralismo della decisione nel Movimento 5 Stelle. Quel che caratterizza una sana partecipazione, e genera fiducia, è quindi coniugarla alla decisione: sentirsi parte di un processo che non è teatro, ma sostanza. È questa la chiave che combatte il sentimento d’impotenza da cui nasce l’antipolitica”.
“Raccolgo le provocazioni di Giuliano da Empoli – ha concluso Riccardo Luna – concordando che il tema del nostro tempo è costruire la qualità della partecipazione. Ciò passa anche attraverso una grande operazione di eguaglianza sociale: portare a tutti entro il 2020, con un piano molto ambizioso approntato da questo governo, infrastrutture (rete ad alta velocità) e competenze, educazione alle straordinarie possibilità, ma anche ai pericoli di Internet. Il problema della partecipazione non è vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, ma imparare a riempirlo e usare a tal fine anche Internet, che io amo chiamare la più grande arma di costruzione di massa”.