Con Oikos a Città di Castello i migranti diventano volontari: Comune e associazioni firmano un protocollo per coinvolgerli in attività di interesse generale sul fronte ambientale, culturale e sociale.
“Le migrazioni sono un fatto storico, economico ed umano: sui primi due aspetti non possiamo fare molto, ma sul terzo ognuno è chiamato a fare la sua parte, nel rispetto di chi accoglie e di chi arriva” ha detto l’assessore alle Politiche sociali Luciana Bassini, dopo la firma del protocollo di intesa, avvenuta nella Sala della Giunta del Municipio tifernate e finalizzata a promuovere l’inclusione sociale delle persone migranti attraverso la partecipazione attiva alla vita della comunità di accoglienza.
La firma di oggi viene da lontano. Sulla scorta di una sollecitazione al consiglio comunale di Luigi Bartolini, l’amministrazione ha iniziato a riflettere con le associazioni su come rendere i migranti un fatto organico e non un corpo estraneo. Pensiamo di avere trovato una soluzione sperimentale – l’intesa durerà fino a fine 2017 – e innovativa perché i migranti saranno volontari al pari degli altri volontari
Il progetto “Oikos” ha l’obiettivo di favorire la realizzazione di percorsi di accoglienza e integrazione a favore di cittadini stranieri accolti dalle Associazioni Arcisolidarietà Ora d’Aria, Aurora e AVE – Associazione di Volontariato Ecclesiale nel territorio di Città di Castello. “Tali percorsi – spiega la Bassini – dovranno permettere ai migranti la conoscenza e l’inserimento nel contesto sociale in cui vivono, attraverso lo svolgimento di attività di volontariato in ambiti di carattere civile, sociale, educativo, ambientale, sportivo e culturale che non richiedano particolari forme di specializzazione e nel rispetto delle capacità, attitudini, professionalità e volontà della persona. L’attività di volontariato prestata dai soggetti interessati, in modo personale, spontaneo e gratuito, non dovrà in alcun modo configurarsi come sostitutiva delle consuete attività di lavoro strutturato e retribuito”.
I soggetti firmatari sono l’associazione “Arcisolidarietà Ora d’aria”, rappresentata da Franco Calzini, l’associazione “Aurora” con Manuela Morini, l’Associazione di Volontariato Ecclesiale con Vincenzo Donnini, l’Arci Caccia di Città di Castello, nella persona di Luigi Falleri, l’OMG – Operazione Mato Grosso, l’Associazione di promozione Sociale C’entro! con Paola Conti, la Comunità dei Musulmani di Città di Castello con Abdelkrim Benouchene, Altotevere senza frontiere – Onlus nella persona di Marco Bonatti, l’Associazione La Boteguita per un Commercio Equo e Solidale rappresentata da Matteo Chierici, l’Associazione Zuky – Onlus nella persona di Anna Moscatelli e l’Auser Alta Umbria – Associazione per attività di volontariato sociale e culturale nella persona di Antonio Ciabucchi.
Oikos è rivolto solo ai cittadini stranieri che vorranno aderire, iscrivendosi ad una delle associazioni coinvolte e che siano inseriti nel programma per richiedenti protezione internazionale assegnati dalla provincia di Perugia. Il servizio di volontariato sarà libero, volontario e gratuito sulla base delle competenze, di un percorso di formazione, della scelta che i migranti, coperti da polizza assicurativa e forniti di quanto necessario, faranno tra la gamma di attività proposte.
“Siamo qui e vogliamo partecipare alla vita della città” dice Ousman Touray, giovane migrante, anche a nome del suo compagno Molanin Jallow, il cui italiano è ancora un po’ incerto. Sono due ragazzi di 19 e 18 anni, già impegnati nello sport, uno con la società di basket, l’altro con l’ormai famosa afrotiberina Real De Banjul. Vengono dal Gambia, sono arrivati in Italia “su una barca” e solo Ousman ha lasciato qualcuno, la nonna, nel suo paese d’origine. Da sei mesi a Città di Castello, vanno a scuola e parteciperanno alle attività di Oikos.
Sollecitati dalle domande dei giornalisti, sia l’assessore che le associazioni hanno affrontato il nodo della sicurezza legata agli intensi flussi migratori che hanno l’Italia come avamposto. “Più che pericolosi sono in pericolo. Tra loro, come in ogni comunità, ci sono soggetti a posto ed altri poco raccomandabili. Una frequentazione ed una conoscenza quotidiana aiutano a fare chiarezza e a gestire meglio non le persone ma l’accoglienza”. A Città di Castello i richiedenti protezione internazionale, circa 60, di cui 14 donne, sono ospitati a Cerbara, in via Abetone, via San Florido e Corso Vittorio Emanuele.
Le aree di intervento dei migranti coinvolti in Oikos sono state individuate, per Arcicaccia, nel supporto all’attività dei volontari nella cura e manutenzione del Parco dei Cigni; per il Mato Grosso nella raccolta e separazione di ferro, carta, stracci, vetro; nella Comunità dei Musulmani la partecipazione alle attività sociali, culturali e ricreative; per Altotevere senza frontiere, La Boteguita, Zuky, Auser nella collaborazione all’attività dei volontari nell’ambito della gestione della bottega, partecipazione alle iniziative sociali e culturali; l’associazione C’entro propone l’accompagnamento nell’individuazione e nella valorizzazione delle competenze possedute.