“Uno scempio”. Il comitato di quartiere Prato-Mattonata giudica così, in una lettera aperta distribuita anche tra i cittadini, il progetto riguardante l’area Ex Fat-Fintab, sul quale ormai si sono firmate convenzioni e reperiti necessari finanziamenti.
Il progetto della discordia – Nella suddetta zona, compresa tra via Oberdan, Borgo Farinario e delle Santucce e dove si ergevano imponenti i capannoni della Fattoria Autonoma Tabacchi (FAT), il comune tifernate ha da poco annunciato che, entro il 2016, saranno edificati 28 appartamenti a canone concordato, circa mille metri quadrati di servizi commerciali, una “piazza dell’Archeologia” e parcheggi sotterranei.
Quello che il comitato rivendica, insomma, è proprio “l’anima” di questo luogo storico, che in qualche modo verrebbe violata da un progetto inadeguato e “anacronistico” per una zona così importante del centro e così cara ai suoi abitanti. “Non si possono costruire edifici commerciali o a uso abitativo in un’area monumentale […] Per questo motivo di fronte all’ingresso del Louvre è stata eretta una piramide e non un condominio”. L’operazione, in effetti, stabilisce anche l’impossibilità di poter tutelare, per vie ‘ordinarie’, opere d’arte circostanti come la chiesa della Carità, l’ex ospedale, il palazzo Vitelli, il complesso di San Domenico e l’area archeologica.
Le mosse del comitato – Il comitato, nella sdegnata lettera, ha voluto ricordare come, con le proprie forze, sia riuscito anche a “far ridimensionare il progetto originario da 24mila a 11mila metri cubi edificabili, ritenendolo solo un primo passo verso il traguardo della restituzione completa dell’area alla città pubblica”. Per raggiungere quest’ultimo obiettivo sarebbe stata necessaria “una manifestazione d’interesse dalla società civile, ma non è avvenuta”.
La lettera si rivolge in particolar modo al sindaco Luciano Bacchetta che, per questo, “non sarà perdonato, soprattutto per gli impegni assunti e mai mantenuti. Incluso quello di individuare 28 appartamenti inutilizzati alla Mattonata da sottoporre a ristrutturazione”.