Un’opposizione che, finalmente, appare unita. Undici consiglieri di opposizione, segnatamente Bori, Bistocchi, Borghesi, Mencaroni, Miccioni, Mirabassi, Mori e Vezzosi (PD), Arcudi (Perugia Civica e Riformista), Rosetti e Giaffreda (M5S) hanno presentato al Presidente del consiglio comunale Leonardo Varasano una richiesta di convocazione del Consiglio Grande relativa ai progetti finanziati con fondi nazionali ed europei. Il progetto della Biblioteca degli Arconi la causa scatenante.
Infatti sia la Regione che il Governo hanno investito ingenti fondi per progetti di rigenerazione urbana di parti della città con il recupero e la riqualificazione di importanti strutture presenti nel centro e nelle periferie di Perugia. In particolare i principali immobili e progetti, finanziati per un totale di oltre 40 milioni di euro, sono: la realizzazione della Biblioteca degli Arconi per cui la Regione ha stanziato 3 milioni e 400 mila euro. Il completamento dell’Auditorium di San Francesco al Prato per cui la Regione ha stanziato 2 milioni e 800 mila euro. Il Mercato Coperto per cui la Regione ha stanziato 4 milioni e 850 mila euro. Il Cinema Teatro Turreno per cui la Regione ha stanziato 3 milioni e 100 mila euro. La riqualificazione dell’area industriale di Sant’Andrea delle Fratte su cui la Regione Umbria ha investito 2 milioni e 500 mila euro. La maxi-riqualificazione di Fontivegge grazie al Bando Periferie finanziato dal Governo per 16 milioni di euro.
L’Agenda Urbana di Perugia per cui la Regione ha stanziato 11 milioni e 600 mila euro per progettualità che vanno dalla mobilità sostenibile, all’inclusione sociale, alla tutela e alla messa in rete del patrimonio artistico e culturale cittadino fino alla riduzione dei consumi energetici. La nuova destinazione d’uso dell’ex-carcere di Piazza Partigiani e il relativo progetto di rigenerazione urbana.
I finanziamenti di Regione e Governo sono, ovviamente, vincolati alla presentazione pubblica del progetto. Ma alcune delle suddette opere sono state modificate, se non stravolte, rispetto alla pianificazione originale. Dicono dall’opposizione “tra i casi più eclatanti della Biblioteca degli Arconi, il cui progetto è completamente differente, dell’auditorium di San Francesco al Prato e del Mercato Coperto. Nonostante la tanto conclamata trasparenza, l’attuale Giunta non ha comunicato e quindi condiviso le modifiche né nell’ambito dell’assise comunale con gli amministratori della città né con la cittadinanza.
“Senza tornare troppo indietro nel tempo – continua la nota -, penso a quando, nel 1983, un assessore illuminato come Carlo Aymonino, per veicolare l’idea strategica di rigenerare il centro storico di Roma saturandone i vuoti residuali, organizzò un consiglio grande che si svolse in una calda notte estiva nella piazza del Campidoglio e in cui tutti i progettisti coinvolti (Alessandro Anselmi, Costantino Dardi, Vittorio De Feo, Dario Passi, Paolo Portoghesi, Franco Purini, Ludovico Quaroni, Maurizio Sacripanti) illustrarono puntualmente i propri progetti, sottoponendoli al vaglio dei molti cittadini presenti. Il che comportò molte promozioni, ma anche alcune bocciature. D’altra parte, per lo stesso motivo, non so dare un giudizio su nessuno dei progetti che stanno per cambiare il volto della città: dal recupero del Mercato coperto alla ristrutturazione del cinema-teatro Turreno fino alla riqualificazione della piazza di Fontivegge.
Nella richiesta di consiglio grande a Varasano si specifica anche che “Pur rispettando il lavoro dei colleghi incaricati e non potendo escludere a priori la realizzazione di architetture magistrali, registro che un tempo i grandi cambiamenti della città erano affidati alla forza visionaria dei concorsi internazionali (da quello di piazza dei Partigiani del 1946 a quello di Fontivegge del 1971 fino a quello di Monteluce del 2006) o comunque erano qualificati dal coinvolgimento di progettisti di chiara fama (ad esempio due Pritzker Prize come Aldo Rossi e Jean Nouvel, ma anche maestri acclarati del calibro di Italo Rota e Peter Wilson). Con una lungimiranza che, pur restituendo talora opere non ancora del tutto assimilate dalla cittadinanza, ha portato il nome Perugia ai vertici della ribalta internazionale. Questo è un dato inconfutabile su cui, a mio avviso, varrebbe la pena riflettere: anche e forse soprattutto nell’era del marketing urbano”. Ora bisognerà attendere la risposta del presidente del consiglio comunale ed eventualmente la data decisa per il gran consiglio aperto a tutta la cittadinanza.