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Profughi, progetto Regione Umbria selezionato primo dal Ministero dell’Interno

Promuovere azioni per l’integrazione socio economica dei rifugiati e richiedenti asilo: è uno tra gli obiettivi del progetto della Regione Umbria selezionato come primo in seguito ad un avviso emanato dal Dipartimento per le libertà civili e per l’Immigrazione e finanziato dal Fondo europeo per i rifugiati 2008/2013 con 340 mila euro.
“Il titolo del progetto è ‘Nansen, Percorsi di integrazione socio-economica’, – ha spiegato la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari – L’iniziativa, che può contare sulla partnership dei Comuni di Perugia, Terni, Todi, Marsciano, Amelia, Foligno, Narni e Spoleto e l’Associazione San Martino di Terni e l’ Arci Solidarietà Ora D'Aria di Perugia, ha come obiettivo generale quello di promuovere un piano regionale di interventi volto a favorire l’integrazione socio economica dei rifugiati e, nello specifico, vuole qualificare il sistema relazionale di rete a livello territoriale e dei servizi per dare effettività ai diritti sociali, migliorare i percorsi di autonomia delle persone accolte, valorizzarne le competenze, accrescere la consapevolezza delle proprie capacità, favorire un positivo inserimento sociale”.
“La Regione Umbria ha scelto un modello di accoglienza per i profughi arrivati in Italia in seguito agli eventi avvenuti in Nord africa che si è dimostrato valido perché, superata la fase dell’emergenza, ha puntato sull’individuazione di percorsi di integrazione per favorire l’inserimento nella comunità di accoglienza. In questo contesto la realizzazione del progetto ‘Nansen’ assume una notevole importanza, visto che in Umbria sono presenti attualmente rifugiati richiedenti e titolari di protezione internazionale inseriti in progetti della rete ‘Sprar’ (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e del progetto Emergenza Nord Africa (Ena)”. “L’inserimento socio-lavorativo di queste persone – ha spiegato Casciari – presenta serie criticità tenuto conto dell’attuale situazione economica, della carenza di un raccordo strutturato con la rete locale degli stakeholder e che, in un ambito più generale, rispetto all’integrazione lavorativa degli immigrati, secondo il primo Rapporto sull’Immigrazione in Umbria elaborato dall’Agenzia Umbria Ricerche nel 2010, sono ancora presenti forti scarti negativi rispetto alla media nazionale”.

Per la vicepresidente Casciari “lo scenario è diventato tanto più preoccupante dopo il 31 dicembre 2012, data entro la quale è cessata la gestione straordinaria dell’accoglienza dei migranti per cui diventa fondamentale mettere in campo progetti ed iniziative mettendo in rete tutti i soggetti e le risorse disponibili”.