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Profughi afghani e ucraini, il punto in Prefettura

La macchina per accogliere i profughi ucraini e le valutazioni sugli afghani che sono stati accolti nel territorio perugino. L’Umbria accoglie le persone in fuga dalle guerre. Un obiettivo al quale lavorano insieme istituzioni e forze sociali.

Circa 70 i profughi afghani attualmente ospitati nel sistema di accoglienza nella provincia di Perugia. Per i quali sono stati attivati percorsi di integrazione sociale e culturale e di opportunità lavorative.

Sul tema si sono confrontati in Prefettura a Perugia rappresentanti della Regione Umbria – Direzione Sanità e Welfare, dell’Università per Stranieri di Perugia, dell’Associazione Cidis ONLUS, nonché delle articolazioni territoriali del Rotary International,  Lions club, Soroptimist International d’Italia, Club per l’Unesco ed Unione Donne in Italia.

Il punto sui profughi afghani

La valutazione svolta ha consentito di tracciare puntuali linee di indirizzo sugli apporti che i diversi attori impegnati potranno in concreto fornire per agevolare l’inserimento sociale e culturale dei profughi afghani, in armonia con la ricognizione dei fabbisogni effettuata dalla Prefettura con il supporto degli enti gestori dei centri di accoglienza e dell’Associazione Cidis Onlus.

L’obiettivo è quello di valorizzare  il contributo delle associazioni interessate in armonia con i progetti promossi dalle istituzioni, tra cui quelli già attivati da Regione Umbria ed Università degli Stranieri di Perugia: non solo corsi di lingua italiana, ma anche – a titolo esemplificativo –  riconoscimento dei titoli professionali e di laurea posseduti, borse di studio o di tirocinio professionali, sostegno alle attività didattiche e sportive degli studenti.

I profughi ucraini

Un approccio, questo, che potrà trovare utile applicazione anche con riferimento all’assistenza dei profughi ucraini, per i quali sono attualmente in corso con il supporto degli enti gestori delle strutture di accoglienza e dei Comuni della provincia specifiche iniziative per il reperimento di idonee soluzioni alloggiative sul modello già positivamente sperimentato per l’accoglienza dei profughi afghani.