Sebastiano Dimasi resta in carcere. Lo ha deciso il gip Lidia Brutti di Perugia che giovedì mattina ha incontrato l’arrestato in sede di udienza di convalida nel carcere di Capanne dopo qualche ora di camera di consiglio. Disattesa la richiesta della difesa dei domiciliari col braccialetto elettronico. Dimasi, calabrese di origine ma residente a Scheggia, è stato arrestato per aver ucciso a coltellate il professor Alessandro Vitaletti, sabato scorso a Sassoferrato.
Il coltello La vittima, come appurato dal medico legale Adriano Tagliabracci durante l’autopsia, è stata raggiunta da 24 coltellate, 2 delle quali mortali. Ad infliggerle è stato Dimasi. Ma lui, quando è stato interrogato dal pm Serena Bizzarri, subito dopo l’arresto ha detto che quel coltello non era il suo e non lo aveva portato lui. Dimasi ha infatti sostenuto di essersi solo difeso da Vitaletti che avrebbe iniziato a colpirlo dicendogli ” Ti ammazzo”.
Il chiarimento Il muratore arrestato ha anche indicato ai carabinieri il luogo in cui avrebbe buttato il coltello ma fino ad ora non è stato localizzato. Ieri mattina, davanti al gip Brutti, Dimasi ha solo voluto chiarire una cosa: e cioè che poche ore prima della morte di Vitaletti, lui non era andato a casa della ex moglie per aggredirla ma solo per vedere il figlio che stava con lei.