Nel mirino del Csm le conversazioni tra Alberto Liguori e Luca Palamara per influenzare future nomine consiliari
Il procuratore capo di Terni, Alberto Liguori, non è stato riconfermato nel suo ruolo. Lo ha deciso il Consiglio superiore della magistratura.
Il plenum del Csm, al termine di un lungo dibattito, ha approvato a maggioranza la delibera della quinta commissione che proponeva la non conferma di Alberto Liguori al vertice della Procura di Terni. Undici i voti, contro i 9 favorevoli alla conferma.
Nel mirino uno scambio di messaggi tra Liguori e Luca Palamara, concernenti alcune nomine, nei quali “emerge un rapporto privilegiato con Palamara, all’epoca consigliere del Csm, in ragione del quale Liguori pone in essere numerosi interventi volti a influenzare, future nomine consiliari di incarichi semidirettivi e direttivi” e “chiede che vengano sostenuti gli aspiranti da lui indicati, propone accordi tra rappresentanti in Consiglio di diversi gruppi associativi ed esorta Luca Palamara a ricordarli e a farli rispettare”.
I messaggi in questione, secondo il Csm “restituiscono un’attività che incide concretamente sulla sua indipendenza, emergendo condotte che risultano caratterizzate ed orientate in virtù di condizionamenti, rapporti e vincoli che intaccano certamente la credibilità ed
autorevolezza della funzione direttiva ricoperta, poiché inevitabilmente, finiscono, per sovrapporre, anche in termini di apparenza ed immagine, l’esercizio delle funzioni e l’interesse associativo”.