Stefano Bandecchi avrebbe evaso 14 milioni come amministratore della Unicusano, con questa motivazione la Procura della Repubblica di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco di Terni e segretario di Alternativa Popolare, Stefano Bandecchi. A riportare la notizia è il Corriere della Sera che spiega come le indagini della Finanza abbiano rilevato i mancati versamenti allo Stato nel periodo compreso tra il 2018 e il 2022.
Bandecchi “Non sono stato condannato”
Pronta la risposta del sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, che, tramite un video pubblicato sui social spiega: “Stiamo per vincere le Regionali e oggi i giornali oggi riportano la notizia che la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Ha chiesto, non sono stato condannato in primo e secondo grado. Giuro che non chiederò di non andare in galera, un posto sano finalmente”.
Le accuse di evasione
Le indagini coordinate dalla Procura e svolte dalla Finanza avrebbero fatto emergere come dal 2018, nella dichiarazione Ires dell’anno di imposta 2016, gli imputati (ci sono altre persone coinvolte nel caso, oltre al sindaco Bandecchi) non avrebbero dichiarato elementi imponibili per circa dieci milioni di euro: secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, con diverse cifre, lo stesso schema si sarebbe ripetuto fino al 2022. Del caso si era occupata anche la trasmissione di Mario Giordano “Fuori dal coro”, con Bandecchi ancora protagonista di offese contro l’operato contro le forze dell’ordine.
Il sequestro di 21 milioni
Il 18 gennaio 2023 la Finanza ha eseguito un’ordinanza di sequestro di circa 21 milioni di euro, somma che, secondo la Procura, Bandecchi avrebbe dovuto versare come Ires, visto che gli inquirenti considerano Unicusano una holding commerciale avendo “dismesso le finalità formative e sociali in favore delle esigenze di profitto a partire dal 2011”. I commenti di Bandecchi sull’operato della magistratura e della Guardia di Finanza sono oggetto di attenzione da parte del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.