Jacopo Brugalossi
E’ cominciato stamani presso il Tribunale di Spoleto il processo penale a carico di G.F., il 63enne che lo scorso 25 agosto appiccò l'incendio alla pioppeta di Maiano e che fu arrestato pochi minuti dopo dai carabinieri di Spoleto, che rinvenirono nella sua auto una tanica di benzina ed un accendino usati per innescare il rogo.
L’udienza – Di fronte al gup Roberto Laudenzi, al Pubblico Ministero Roberta Maio e al legale, l’avvocato Leonardo Romoli, sono sfilati due testimoni: un ufficiale del Corpo forestale e la giovane che vide l’auto del piromane allontanarsi dal luogo incriminato pochi istanti dopo l’inizio del rogo. L'udienza è durata all'incirca un’ora, al termine della quale il magistrato ha disposto il rinvio al prossimo 17 settembre, giorno in cui dovrà essere conferito l’incarico per la perizia psichiatrica.
La difesa – La linea difensiva del legale si basa proprio sulla presunta incapacità di intendere e volere dell'uomo. Ecco perchè è stato richiesto il giudizio abbreviato condizionato ad una perizia psichiatrica nei suoi confronti. Nella memoria difensiva dell’avvocato Romoli – che Tuttoggi.info ha avuto modo di visionare – si fa infatti riferimento alle particolari condizioni psico-fisiche del soggetto in cura presso una struttura medica da più di 15 anni. Situazione questa che non era stata divulgato nei giorni seguenti l'arresto. Secondo i documenti della difesa l'uomo risulta sottoposto ad un trattamento farmacologico complesso che implica l’assunzione di numerosi medicinali, i cui effetti collaterali, nonché eventuali interazioni, potrebbero aver inciso di per se stessi sulla capacità di intendere e volere al momento di appiccare l’incendio.
Incendio semplice o boschivo? – Altro snodo cruciale della strategia della difesa è sul capo d’imputazione. Il pubblico ministero, in sede di convalida dell'arresto, aveva tramutato il reato di “incendio semplice” in quello più grave di “incendio boschivo”. Reato che l'avvocato Romoli contesta perchè la zona interessata dall’incendio non sarebbe un bosco (né una foresta, né una selva) e a riprova di questa tesi sostiene che l’elicottero intervenuto sul posto domò in poco tempo il rogo anche grazie al tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco.
“Volevo vedere il fuoco” – E’ leggendo le carte processuali che ci si imbatte in alcuni elementi non emersi in un primo momento. Durante il primo interrogatorio l'uomo appare confuso e assente, rilasciando dichiarazioni talvolta contraddittorie che non chiariscono ai carabinieri le finalità dell'insano gesto, né se il piromane ha agito su mandato di terzi. “Volevo ripulire il terreno dalle sterpaglie” si limitò a dire ai militari del capitano Rufino; successivamente però disse al giudice di aver agito perche voleva “vedere il fuoco”.
Struttura specializzata – L’imputato, che oggi non era presente in aula, deve tuttora sottostare alle restrizioni della libertà personale disposte dal giudice dopo la scarcerazione: obbligo di firma due volte al giorno presso la Stazione dei Carabinieri, divieto di valicare i confini del Comune di Campello sul Clitunno e di uscire di casa dalle 19 alle 9. Al termine dell’udienza, l’avvocato Leonardo Romoli ha lanciato un appello alle varie strutture specializzate presenti sul territorio affinchè si rendano disponibili ad ospitare il suo assistito.
Molestie sessuali, assolto un medico – E' stato prosciolto un medico spoletino che erra stato denunciato da una 14enne per molestie sessuali che, a detta della ragazzina, si sarebbero verificate durante una visita medica. Stando al racconto della giovanissima, di origini romene, il medico si sarebbe reso protagonista di atti libidinosi nei suoi confronti. In fase di udienza preliminare però il gup ha deciso per la non autorizzazione a procedere nei confronti del medico, ritenendo il fatto insussistente. L'avvocato difensore della giovane ha presentato ricorso in Cassazione contro la decisione del giudice. Il legale, infatti, contesta il mancato incidente probatorio, ovvero che la propria assistita non è stata ascoltata dal magistrato.
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