Il processo che si sta svolgendo presso il tribunale di Spoleto, che vede imputati alcuni funzionari della Provincia per la mancata manutenzione di un guardrail sulla s.p. 320 di Cascia (guardrail che aveva provocato la morte di un giovane diciottenne di origine slava), riporta alla luce un problema più volte denunciato dai motociclisti, vale a dire la pericolosità delle barriere metalliche ai bordi delle strade. Una tematica che qualche mese fa era stata trattata all'hotel Albornoz di Spoleto in un interessante convegno al quale aveva partecipato anche il presidente dell'associazione nazionale motociclisti incolumi (clicca qui). Un'organizzazione che considera i guardrail metallici addirittura come moderne ghigliottine (vedi foto) e che combatte per avere maggiore sicurezza nelle strade. A lanciare un appello tramite TO® perché si salvaguardi la vita dei motociclisti è il giovane spoletino Francesco Capoccia, attraverso una lettera che pubblichiamo di seguito.
“Gentile Redazione,
vorrei, qualora fosse possibile, rispondere all'articolo sul ragazzo morto in Valnerina a causa di un guardrail (clicca qui).Premetto che sono motociclista da 5 anni e ho avuto la fortuna di viaggiare un bel po' con la mia moto e le tematiche della sicurezza stradale mi stanno molto a cuore.
Le moto rappresentano una quota compresa tra il 10 e il 20% di tutti i veicoli circolanti in Europa ma, a parità di chilometri percorsi, il rischio di incidente mortale, per un motociclista, è di 10-15 volte superiore a quello di un automobilista. Nel nostro Paese, secondo le statistiche, ogni anno sono almeno 1.500 i motociclisti vittime di incidenti causati dalle barriere stradali. I dati europei, inoltre, mettono in evidenza un dato allarmante: la probabilità di morte cresce dal 2 all11% in caso di guard-rail sul luogo dell'incidente. Le principali cause di morte o di traumi irreversibili sono rappresentate dalle lesioni alla colonna vertebrale, soprattutto ora che i traumi alla testa sono diminuiti grazie all'uso obbligatorio del casco. Le lesioni alla colonna vertebrale, nella quasi totalità dei casi, non avvengono durante l'impatto della moto, ma successivamente, quando, dopo l'urto, il motociclista viene sbalzato dalla moto colpendo il guard-rail, i cordoli o altre barriere presenti ai lati della strada.Diciamoci le cose come stanno: le strade Italiane sono le peggiori d'Europa. In Francia e Germania lo stato investe cifre considerevoli nella manutenzione e nella ricerca di barriere stradali che non siano “il colpo di grazia” per un motociclista incidentato.
Oltre al Guard Rail, per noi motociclisti, ci sono altri pericoli come le vernici usate per la segnaletica orizzontali che, con la pioggia, diventano scivolose aumentando il rischio di incidenti.Ovviamente, nel nostro Paese, il popolo motociclistico è DA SEMPRE considerato un utente della strada di serie B, basta vedere la legiferazione in merito. Pensiamo ai blocchi del traffico per le moto Euro 0 nei centri cittadini: lo sapere che una moto Euro 0 inquina meno di una macchina Euro 4? E ancora: se tutti fossimo agevolati nell'andare in moto avremmo minore problema di parcheggi ed il traffico sarebbe nettamente più scorrevole. Oppure alle autostrade: una moto spende esattamente come una monovolume anche se, per fare l'ingombro di una macchina, ci vogliono almeno due moto di grossa cilindrata!Ovviamente il perché è presto detto: se prendiamo l'auto consumiamo più benzina, più parcheggi, più pedaggi (poi magari le macchine hanno quasi sempre solo il conducente dentro!). Intanto, 1.500 fratelli motociclisti, muoiono ogni anno come mosche sulle nostre strade! Chissà che se ne fanno di quei (ridicoli) rimborsi una volta che non ci sono più! Non era meglio investirli affinché non muoiano?” Francesco Capoccia