La protesta della mamma della 18enne, uccisa e fatta a pezzi a Macerata, nell'udienza per il reato di violenza sessuale
Momenti di tensione, nell’Aula della Corte di Appello di Perugia, dove si celebrava il processo bis a Innocent Oseghale per la morte di Pamela Mastropietro, la 18enne uccisa a Macerata nel 2018.
La madre, Alessandra Verni, e le amiche della giovane si sono presentate all’udienza indossando magliette con stampate le foto choc di Pamela, il cui cadavere è stato fatto a pezzi. Quando Oseghale è passato, scortato dagli agenti della polizia giudiziaria, vicino ai banchi dove era il pubblico, la madre è stata trattenuta con la forza dalle forze dell’ordine. “Voglio giustizia, voglio che Oseghale e i suoi complici paghino” ha detto Alessandra.
Le amiche della giovane hanno esposto fuori dal Tribunale hanno esposto striscioni in cui chiedono giustizia: “La disumanità non deve diventare normalità”.
Si tratta del processo di appello che vede il 33enne Oseghale, già condannato per omicidio, rispondere del reato di violenza sessuale sulla giovane che era scappata da una comunità.
L’imputato, al suo arrivo in aula, è stato accolto da fischi e insulti. Poi l’epilogo tumultuoso al termine dell’udienza. “Avete visto come hanno ridotto mia figlia?” ha urlato Alessandra Verni ai giornalisti, mostrando la sua maglietta.