Perugia

Processo Palamara, fissata al 30 luglio la battaglia sulle intercettazioni

Processo Palamara, si dovrà attendere il 30 luglio per sapere se le intercettazioni con il Trojan possono essere utilizzate nelle accuse per corruzione all’ex consigliere del Csm.

E’ quanto deciso al termine dell’udienza stralcio che si è tenuta al Tribunale di Perugia, dove è comparso Palamara, accompagnato dai suoi legali, Roberto Rampioni e Benedetto Marzocchi Buratti. I quali hanno chiesto che vengano trascritte tutte le intercettazioni con il Trojan degli incontri avuto con Palamara con i parlamentari Cosimo Ferri e Luca Lotti. Per la difesa, trattandosi di incontri programmati e non casuali, le intercettazioni non potevano essere effettuate senza l’autorizzazione del Parlamento.

Il pm Gemma Miliani, nell’ordine formale inviato al Gico della Guardia di finanza, aveva dato indicazioni affinché il Trojan venisse spento qualora Palamara avesse incontrato parlamentari. Indicazione disattesa, con la “cattura” delle parole del dopo cena all’Hotel Champagne, con le rivelazioni che hanno terremotato il Cms e la Magistratura italiana.

Su oltre 200 conversazioni intercettate, la Procura ne ha fatte trascrivere circa la metà. Tra queste anche una ventina di intercettazioni catturate con il Trojan fatto inserire nel cellulare di Palamara. Documenti fondamentali per il prosieguo del processo.

All’udienza di questa mattina, insieme ai pm Gemma Miliani e Mario Formisano titolari dell’inchiesta sul mercato della toghe, anche il neo procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone.

Di fronte alla richiesta dei difensori di Palamara di un rinvio per preparare le eccezioni sulle intercettazioni, il gip ha concesso due settimane, fissando appunto l’udienza al 30 luglio. La difesa avrà tempo fino al 27 luglio per presentare le eccezioni.