Umbria | Italia | Mondo

Privacy online, vero o no che ai giovani non interessa

C’è una fascia d’età, meglio conosciuta oltreoceano come millennial, che comprende persone tra i 25 e i 40 anni di età: si tratta della generazione cresciuta con le nuove tecnologie, con Internet, con la globalizzazione. È quindi plausibile pensare che i millennial siano adeguatamente attrezzati per affrontare rischi e pericoli che si possono nascondere online. Eppure in molti ritengono che gli appartenenti a questa categoria siano completamente disinteressati al tema della privacy.

Dove sta la verità? Come sempre, nel mezzo. È vero, per molti giovani la privacy non è il problema principale: sin da bambini, infatti, sono abituati a condividere online informazioni personali, ma c’è comunque un interesse generale per i potenziali rischi a cui si può andare incontro.

Un’indagine del 2019, ad esempio, ha evidenziato come quasi il 70% degli italiani nati tra gli anni ’80 e ’90 si trovi a disagio in caso di contatti indesiderati. Da questo studio è emerso però anche un altro dato interessante: i più giovani tendono a chiedere aiuto ai più esperti quando si trovano in difficoltà.

Quali sono quindi i rischi cui i millennial sono più esposti e da cui dovrebbero cercare di proteggersi? Si tratta fondamentalmente di due questioni collegate tra loro: la perdita o il furto di smartphone e tablet e la vulnerabilità agli attacchi informatici.

Per quanto riguarda il primo problema, non si può fare molto: basta semplicemente prestare un po’ più di attenzione quando ci si trova fuori casa. Per quanto riguarda invece gli attacchi informatici, il discorso è più complesso.

Gli attacchi più diffusi e pericolosi sono di vario tipo: si va dal phishing, volto a rubare dati personali come le credenziali di accesso ai propri account, agli attacchi malware e ransomware, eseguiti tramite programmi malevoli installati inconsapevolmente sui propri dispositivi. Molto spesso i più giovani sono esposti anche ad attacchi man-in-the-middle e DDoS, che possono avere conseguenze molto pericolose.

Quindi cosa fare per difendersi da questo tipo di insidie? Prima di tutto, è necessaria una certa consapevolezza. I millennial, abituati a condividere tutto online, devono imparare a preoccuparsi di come e con chi condividere le proprie informazioni personali. Ad esempio, è importante affidarsi soltanto ad app ufficiali e garantite per scambiarsi messaggi con gli amici, in modo da essere sicuri che le comunicazioni siano crittografate.

È poi fondamentale avere una buona conoscenza degli strumenti informatici che permettono di difendersi dagli attacchi. Installare antivirus e antimalware sui propri dispositivi dovrebbe essere il primo passo, seguito a ruota da firewall e VPN, due soluzioni che permettono di gestire al meglio la propria connessione Internet.

In particolare, una VPN permette di crittografare il proprio traffico, in modo che qualsiasi informazione inviata o ricevuta sia protetta da occhi indiscreti. Inoltre, con una VPN è anche possibile navigare nell’anonimato completo grazie all’offuscamento del proprio indirizzo IP.

Questi semplici accorgimenti, su cui i millennial più tecnologici sicuramente fanno già affidamento, sono sufficienti ad assicurarsi che la propria privacy sia sempre protetta.