di Fabrizio Luchetti
Domani le primarie del PD sanciranno verso quale strada si muoverà il partito nel prossimo periodo. È un momento veramente importante nella vita di quello che io considero il partito politico italiano più innovativo degli ultimi anni. È il più innovativo perché, pur coinvolgendo un enorme numero di persone e quindi essendo un partito di massa, ha di fatto sconvolto la vita politica italiana, costringendo tutti ad aggregazioni e rivisitazioni della propria prospettiva politica. Il PD però, in questa sua manifestazione di democrazia rappresentata dalle primarie, rischia di implodere e di ritornare a comportamenti e strutture che non sono proprie delle motivazioni che lo hanno fatto nascere. In effetti le due visioni di partito in gioco (e mi perdonino coloro che intendono appoggiare Marino che ne rappresenta una terza) sono molto diverse, su alcune questioni di organizzazione e struttura si fa quasi fatica a capire come si possa trovare una sintesi. Le visoni, in estrema sintesi, non sono distanti relativamente alle idee ma sui modi di metterle in pratica e sui modi di organizzare e gestire il partito. Oggigiorno, però, è sulla gestione della partecipazione che si gioca la maggior parte del futuro di un qualsiasi partito democratico di massa, e da questo punto di vista, la solida esperienza americana sulle primarie continua purtroppo a insegnarci ben poco.Io mi aspetto un partito che consenta a chiunque di entrare, di uscire, di partecipare alla vita interna in alcuni momenti e magari in altri astrarsi; vedo un partito in cui non sia la militanza continua l’unico metro di selezione della classe dirigente; vedo un partito in cui non ci sia bisogno di una struttura forte, di collegamenti stretti tra gli iscritti, di abitudini e comportamenti che si richiamano ad un modo superato di fare politica. Un partito così consente a tutti i cittadini di partecipare e di esprimere le proprie potenzialità, non è massimizzante nei confronti di chi vuole impegnarsi e soprattutto non impone comportamenti e percorsi preordinati. Non credo che i cittadini ci chiedano di ritornare ad un partito dove quando hanno deciso in pochi (sostanzialmente i dirigenti), hanno deciso tutti, perché questo modello produce l'autoreferenzialità ed il distacco dei cittadini dalla politica, che è proprio ciò che dobbiamo combattere e superare. Non c'é bisogno di un partito radicato solo per quadri dirigenti, ma di un contenitore nuovo dove tutti possono sentirsi accolti, ascoltati e partecipi per dare il proprio contributo di idee, un partito che si batte per gli interessi generali e quindi per risolvere i problemi delle persone. Mutuando da una canzone dei Nomadi, come un popolo sotto l'oppressione, come il diverso sotto l'uguale, come l'imprevisto sotto il normale, come Dio sotto la religione, come l'amore sotto la convenzione, come la realtà sotto l'illusione, così le idee sotto l'organizzazione di un partito troppo strutturato sono destinate a soccombere nel breve.E allora io credo che tutti dovrebbero aiutarci nel tentare di mantenere ferma la barra del PD, senza tentazioni di ritorni al passato e senza pregiudizi nei confronti di un futuro che deve vedere la partecipazione dei cittadini alle scelte della politica e non la dipendenza delle scelte dalla decisione di gruppi organizzati.Se la politica è dare le gambe ai sogni delle persone, allora non si può fare a meno di appoggiare quelli che nel PD vogliono farlo attraverso il voto a Dario Franceschini. Paradossalmente il mio appello è rivolto a tutti gli elettori e a tutti i cittadini; anche a quelli che sono politicamente collocati in un campo diverso: l'involuzione del PD non conviene a nessuno, nemmeno a chi è un avversario politico, perché proprio le scelte del PD hanno dato luogo ai processi di aggregazione e di semplificazione che potrebbero essere interrotti se il PD cambiasse rotta e implodesse in se stesso. Aiutateci tutti a proseguire nel cambiamento appoggiando Dario Franceschini nelle primarie di domenica 25 ottobre per l'elezione del segretario nazionale e del segretario regionale del PD, solo così la politica potrà contare su persone con idee nuove per partiti nuovi.