Nuove accuse. Per i reati più infamanti, quelli di abusi su minori in difficoltà. Una nuova tempesta si abbatte su Don Lucio Gatti, il prete della comunità di recupero già accusato in passato di reati contro minori e che nel 2014 ha patteggiato un condanna a due anni e sei mesi (pena sospesa) per violenza sessuale e abuso dei mezzi di correzione. Il 30 ottobre è stata depositata in procura una nuova denuncia-querela nei confronti del religioso, un’altra accusa di violenza sessuale dopo quella già sporta nel marzo 2016. A distanza di tempo dunque sono due gli ospiti delle Comunità Caritas di San Fatucchio di Castiglione del Lago che il religioso dirigeva a portare in Procura storie di abusi e accuse di violenze sulle quali adesso gli inquirenti dovranno far luce.
Nel marzo del 2016 era stato un ragazzo oggi 21enne a fornire un nuovo agghiacciante racconto ai carabinieri. Ai militari racconta le presunte violenze psicologiche e sessuali che avrebbe subito da don Lucio Gatti quando aveva 13 anni, quando i servizi sociali lo portarono via di casa per affidarlo al centro Caritas di San Fatucchio. Secondo il racconto, nell’agosto 2008 un’assistente sociale e una psicologa si sarebbero presentati a casa Fabio (nome di fantasia) “mi portavano via contro la mia volontà e senza dare spiegazione alcuna. All’epoca avevo 13 anni. L’assistente sociale e la psicologa mi rassicurarono sul fatto che si sarebbero presi cura di me. Lo stesso giorno mi portarono presso il centro Caritas di San Fatucchio (…) Il personale che gestiva la struttura, con la supervisione di don Lucio Gatti, mi obbligava da subito a lavori pesanti e umilianti (…) fui costretto a tagliare il prato con le forbici anziché con l’apposito macchinario, che avrebbe alleggerito la fatica di quell’incombenza”.
“In quel periodo (quando cioè il ragazzo era stato affidato ad una famiglia, ndr) – il racconto di Fabio – don Lucio Gatti veniva più volte a trovarmi, fintanto che una sera decideva di portarmi con se a Cenerente, dove è sita la relativa chiesa, insieme ad altri ragazzi per farci svolgere dei lavori edili. La sera ci fermavamo a dormire là e puntualmente non essendoci posti letto sufficienti uno di noi era costretto a dormire nel letto matrimoniale con lui (…) Da qui l’inizio del terribile incubo: quella notte toccava a me dormire nel letto con lui. Avevo solo 13 anni”. E quella notte per Fabio – secondo quanto denunciato – sarebbe stata la prima di una lunga serie di abusi sessuali, “lo shock fu tale che per giorni non sono riuscito a parlare con nessuno”.
Ma ecco che pochi giorni fa un altro ragazzo ha fornito un uovo racconto che risale all’incirca allo stesso periodo e nei modi e nelle dinamiche somiglia in tutto per tutto a quello di Fabio. Tutto descritto nella nuova denuncia depositata in Procura. Anche in questo caso la presunta vittima lamenta di essere stata costretta a utilizzare biancheria intima in comune con gli altri, di essere stata sottoposta a sfruttamento e costretta a fare lavori pesanti e inadeguati come facchinaggio, muratura, falegnameria, giardinaggio che riguardavano indistintamente sia i minorenni che i maggiorenni. Ma soprattutto anche in questo scioccante racconto ci sono riferimenti a quelle notti trascorse nel letto del prete, con relative accuse di abusi sessuali.
Articoli correlati alla notizia: