Assisi

Presunti abusi sulla figlia 12enne, il papà arrestato nega le accuse nell’interrogatorio di garanzia

Ha negato tutte le accuse, chiesto una misura meno afflittiva del carcere e annunciato che in caso di decisione a lui sfavorevole andrà al Riesame. È stato interrogato a poche ore dall’arresto il cinquantenne assisano, arrestato dai Carabinieri e ora chiuso nel carcere di Capanne, accusato di aver violentato la figlia di dodici anni con la ‘scusa’ “Te lo faccio così ti difendi da chi ti vuole violentare”.

A ricostruire le violenze, avvenute ad aprile e accertate al termine di un’indagine lampo dei carabinieri, è stata la stessa dodicenne, alla mamma prima, ad un’amica di famiglia poi e infine alla pm Annamaria Greco alla presenza di una psicoterapeuta infantile. Nel corso di un interrogatorio fiume durato tre ore, il cinquantenne, assistito dall’avvocato Massimiliano Manna, ha negato le accuse, parlando di fraintendimenti: l’uomo non ha saputo però spiegare le ecchimosi riscontrate sulla bimba, compatibili con il racconto degli abusi e riscontrate da un medico.


Violenza sessuale sulla figlia, arrestato cinquantenne di Assisi


Al termine dell’interrogatorio, l’avvocato Manna ha chiesto la revoca del carcere e l’applicazione di una misura cautelare meno afflittiva, come il divieto di avvicinamento o i domiciliari. “Il mio cliente ha risposto lungamente e con serenità al giudice e al pm e a nostro avviso – spiega alla Nazione Umbria – e nella ricostruzione ci sono dei particolari contraddittori che vanno chiariti”. Il gip ha cinque giorni di tempo per decidere, in caso di permanenza in carcere è stato già annunciato il ricorso al Riesame.

Al processo, inoltre, il cinquantenne si troverà la Città di Assisi contro come parte civile: l’annuncio – che non ha mancato di suscitare polemiche per la tempistica – è dato dal sindaco Proietti, che definisce la vicenda “tanto odiosa quanto vile perché perpetrata a danno di un minore. La nostra indignazione come Amministrazione Comunale è tale e tanta che non lascia spazio ad alcuna esitazione: il Comune di Assisi ha valutato le procedure per intraprendere la costituzione di parte civile in casi – come questo – dove la violazione dei diritti della persona è tale da rendere comunque parte offesa tutta la cittadinanza. Con indignazione e partecipazione totale alla sofferenza delle vittime – conclude la prima cittadina – vogliamo ribadire la necessità che si faccia assoluta attenzione alla tutela delle persone e della loro privacy, perché, soprattutto in casi di minori, il segno lasciato potrebbe aggravare un danno già indelebile”.