Nell’ambito della sessantacinquesima edizione del Festival dei Due Mondi, giovedì 30 giugno 2022, dalle ore 15, si tengono a Spoleto nella sede della locale Sezione dell’Archivio di Stato (Largo Ermini) l’inaugurazione di una mostra, la presentazione di un volume ed una conferenza sul tema: “Spoleto 1962. Il quinto Festival dei Due Mondi”. L’iniziativa, promossa dalla Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria e con il patrocinio del Comune di Spoleto, della Fondazione Festival dei Due Mondi e dell’Associazione Amici di Spoleto, è inserita nel format “Coltivare la memoria”.
Alla conferenza portano i saluti istituzionali, Cinzia Rutili, direttore dell’Archivio di Stato di Perugia, Monique Veaute, direttrice del Festival dei Due Mondi di Spoleto, Riccardo Regi, Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, Camillo Corsetti Antonini, Presidente della Fondazione “Francesca, Valentina e Luigi Antonini” e intervengono gli autori del volume “Spoleto 1962, il quinto Festival dei Due Mondi. Sculture nella città, una Fondazione italiana, diplomazia e politica‘”, Moreno Cerquetelli, Marco Rambaldi, Antonella Cristina Manni, Marco Tonelli, Maurizio Zinni e Paolo Bianchi. La partecipazione all’evento consente l’acquisizione di crediti formativi agli iscritti all’Ordine dei Giornalisti,
In continuità con i volumi dedicati ai primi quattro anni della manifestazione, pubblicati nel 2017, 2018, 2019 e 2021, in occasione delle rispettive edizioni del Festival dei Due Mondi e con le mostre dedicate ai primi anni del Festival, la Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto prosegue così la ricerca sulle origini della manifestazione che ha segnato la storia della città e la vita culturale italiana.
Il volume “Spoleto 1962, il quinto Festival dei Due Mondi. Sculture nella città, una Fondazione italiana, diplomazia e politica“, pubblicato grazie al contributo di Fondazione “Francesca, Valentina e Luigi Antonini” e con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto, si avvale di una prefazione di Camillo Corsetti Antonini, presidente della Fondazione “Francesca, Valentina e Luigi Antonini”, della presentazione di Cinzia Rutili, direttore dell’Archivio di Stato di Perugia, e si articola in sei capitoli: Festival dei Due Mondi 1962. Protagonisti e spettacoli di Moreno Cerquetelli; Spoleto ’62 raccontato dal NY Times e dalla stampa stranieradi Marco Rambaldi; Spoleto 1962, la città e il Festival di Antonella Cristina Manni; Sculture nella città di Marco Tonelli;La diplomazia del Festival diMaurizio Zinni; Il Festival del 1962 nei documenti della Sezione di Archivio di Stato di Spoleto di Paolo Bianchi.
La conferenza, con gli autori del volume e con la direttrice artistica del Festival dei Due Mondi, Monique Veaute, è inserita tra gli eventi speciali del Festival dei Due Mondi nel format “Coltivare la memoria”.
La mostra “Spoleto 1962, il quinto Festival dei Due Mondi”, a cura della Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto, è allestita nei locali dell’istituzione archivistica (Largo G. Ermini, 1), visitabile da giugno/luglio fino al 30 settembre 2022.
SINOSSI DEL VOLUME “Spoleto 1962, il quinto Festival dei Due Mondi. Sculture nella città, teatro-tenda, diplomazia e politica”.
Il quinto Festival dei Due Mondi segna per la manifestazione un momento di ulteriore svolta sia a livello organizzativo che artistico e Spoleto, a suo modo, dimostra di essere una città all’altezza di un evento dalla portata innovativa, accogliendo nel tessuto urbano uno dei più rivoluzionari e irripetibili esperimenti per l’arte contemporanea: la mostra Sculture nella città a cura di Giovanni Carandente. “La città – scrivevano Alessandro Morichelli e Giovanni Toscano – accoglie opere di 53 scultori di tutto il mondo, dieci dei quali avevano potuto realizzarne alcune di grande mole grazie alla piena disponibilità dell’Italsider e dei lavoratori degli stabilimenti di Bagnoli, Voltri, Genova-Cornigliano, Savona e Piombino. A Spoleto è stato così possibile ammirare il ‘Teodelapio’ di Alexander Calder ‘la più grande scultura d’acciaio esistente nel mondo’, nota nel numero di agosto del 1962, la ‘Rivista Italsider’, la ‘Spoleto 1962’ di Nino Franchina, il ‘Volo di Icaro’ di Beverly Pepper, ‘Le figure alate’ di Lynn Chadwick e la scultura-giocattolo del giapponese Isamu Noguchi in cemento colorato. Queste cinque sculture sono rimaste a Spoleto e possono essere ‘visitate’, rispettivamente, nel piazzale della Stazione, in Piazza del Comune, al quadrivio sud della S.S. Flaminia, in cima alla Via del Duomo e nel giardino di Viale Matteotti”.Oltre a queste cinque opere, altre due sono state ricollocate di recente nella loro sede originaria: la “Colonna del viaggiatore” di Arnaldo Pomodoro, riportata a Largo Melvin Jones, e “Colloquio spoletino” di Pietro Consagra, riposizionata sulle scale di Via Salara Vecchia. Per il resto, tra entusiasmo, polemiche e dibattiti, la maggior parte delle opere esposte sono state rimosse e hanno preso altre strade già a pochi mesi dalla conclusione della manifestazione del 1962.
La risonanza che ebbe l’evento espositivo a livello nazionale ed internazionale, si misura, oltre che dalla sostanziosa rassegna stampa che lo riguarda, anche dal carteggio conservato nella Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto in cui compaiono richieste di materiale riguardante l’iniziativa ed anche lettere inedite di artisti che a quella mostra parteciparono con le loro opere.
Nell’edizione del 1962, inoltre, la città si attrezza per adeguare vecchi e nuovi spazi teatrali: alla impossibilità di utilizzare ancora il Teatro Romano si pone rimedio allestendo per la prima volta un teatro-tenda da 400 posti nella piazza accanto alla chiesa di San Filippo Neri e, mentre si registrano dati sempre più incoraggianti per il turismo, con il decisivo apporto di Luigi Antonini, si ratifica la nascita della Fondazione Festival dei Due Mondi per dare stabilità finanziaria alla manifestazione.
L’intreccio tra manifestazione artistica e diplomazia politica, nel primo lustro del Festival dei Due Mondi, viene approfondito in un saggio del prof. Maurizio Zinni (Università La Sapienza, Roma), il significato della mostra “Sculture nella città” in una prospettiva storico-artistica è il tema dell’intervento affidato a Marco Tonelli, direttore della Galleria Civica d’Arte Moderna di Spoleto.