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PRESENTATO OGGI L'ANNUARIO ECONOMICO DELL'UMBRIA 2011-2012: L'UMBRIA RAMPANTE NON C'E' PIU'

È stato presentato oggi presso il CERP nella Rocca Paolina a Perugia, l’Annuario Economico dell’Umbria 2011-2012. Una fotografia della situazione finanziaria regionale, dalla quale risulta evidente quanto l’Umbria stia arrancando in una situazione nazionale e globale di crisi finanziaria. “L’Umbria è debole e isolata”, per dirla con Ulderico Sbarra, Segretario della CISL Umbria: la crisi, infatti, non è solo economica, ma anche delle infrastrutture, ed il mancato sviluppo di queste ultime fa fare un passo indietro allo sviluppo regionale. Il settore delle infrastrutture in Umbria è sotto del 13%, e a giustificare questo dato basta ricordare le problematiche legate alla E45, il cui finanziamento ministeriale prevedrebbe l’erogazione di 7 miliardi di euro, alla E78, alle piattaforme logistiche sviluppate tra Città di Castello e Foligno, come anche la natura regionale dell’Aeroporto S. Egidio. Molto chiara tra le altre critiche quella di Giovanni Bianchini (Confartigianato Umbria), rivolta all’Assessore Silvano Rometti: il mancato sviluppo delle infrastrutture in Umbria penalizza la crescita economica, ed in particolare è la stessa popolazione a non guardare alle principali arterie regionali, come la E77, come ad un’opportunità per l’incremento industriale e turistico. Proprio la non fruibilità della E77, che collega Civitavecchia e Civitanova, rischia di creare un imbuto tra Foligno e Spoleto e di causare il fallimento della piattaforma logistica. Ad aprire il convegno, Giovanni Giorgetti (Direttore Centro Studi Economico e Finanziario ESG89), il quale ha fornito un focus generale sull’economia umbra. Dati preoccupanti riguardano gli utili e i fatturati dei settori bancario e finanziario ridotti nel trend del biennio 2008-2009, ma anche l’andamento passivo dei distretti produttivi regionali, fatta eccezione per la zona del Trasimeno e della Valnerina, che tuttavia incidono poco sull’economia regionale. Molti sono i settori in negativo, in particolare il meccanico-metallurgico, dove la Thyssen Krupp lascia il podio, superata nel fatturato dalla COOP, e risente anch’essa della carenze delle infrastrutture. L’edilizia è solo al sesto posto, con COLACEM SPA, che ha risentito nell’ultimo anno di problemi interni all’azienda. Chi fa invece da padrone è il settore del know-how e della grande distribuzione. A crescere è solo il patrimonio delle aziende, eccezion fatta per le imprese dell’Alta Valle del Tevere. Le infrastrutture insomma come volano dell’economia regionale, da inserire nel panorama nazionale ed internazionale, ma anche per il turismo: questo è quanto affermato anche dagli altri presenti al convegno, tra cui Domenico Caprini, Assessore della Provincia di Perugia, e Silvano Rometti, Assessore della Regione Umbria. Presente anche il Presidente CCIAA Umbria Giorgio Mencaroni, il quale, parlando delle piccole e medie imprese su cui si basa l’economia umbra, ha sottolineato come queste abbiano retto alla crisi globale proprio per via del loro bacino d’utenza locale, dimenticando però l’impatto dei grandi colossi aziendali, che sfruttando i bassi costi di produzione, risultano più competitivi. Mencaroni ha poi ufficializzato la notizia sull’accordo esistente tra Perugia ed Arezzo, per la costruzione di un collegamento che dovrebbe connettere l’Umbria all’alta velocità. Elena Veschi, Presidente Giovani Imprenditori Confindustria Perugia, ha infine sottolineato la difficoltà per i giovani nel muoversi nel mondo delle imprese, per via dell’accesso al credito e per l’esaurimento degli ammortizzatori sociali. Una situazione insomma non del tutto catastrofica, come può essere quella marchigiana, ma non sicuramente florida. Grande assente il settore delle tecnologie: nonostante sia Nello Spinelli, Amministratore Unico Minimetrò SPA, e Roberto Cicconi, Assessore al Comune di Perugia, abbiano sottolineato l’importanza di potenziare mezzi futuristici come il Minimetrò, l’Umbria non deve dimenticare di adeguarsi al trend internazionale, che prevede lo sviluppo di piattaforme tecnologiche digitali come perno della crescita del PIL.