Si avvicina il grande evento musicale del jazz per la stagione invernale: anche quest’anno l’Umbria Jazz Winter, giunto alla diciannovesima edizione, sbarca ad Orvieto. L’evento è stato presentato oggi: sono intervenuti Antonio Concina, Sindaco di Orvieto, Marco Marino, Assessore alla Cultura del Comune di Orvieto e Carlo Pagnotta, direttore artistico Umbria Jazz. Il Festival si svolge secondo una formula consolidata e di successo, affinata nel corso degli anni e centrata sul connubio tra turismo e spettacolo di qualità, con il valore aggiunto dell’ospitalità di una delle più belle città dell’Umbria, ricca di storia e cultura. A legare questi tratti distintivi della manifestazione, resta il cartellone, che ogni volta propone soluzioni per tutti i gusti. Il filo rosso di questa edizione è la contaminazione tra i grandi nomi del latin jazz, Michel Camilo, Gonzalo Rubalcaba, Chano Dominguez con alcuni tra i migliori esponenti del jazz italico, Paolo Fresu, Gianluca Petrella, Danilo Rea. Il programma si muove tra collaborazioni inedite e progetti musicalmente innovativi, con l’intenzione di creare un giusto mix che possa essere apprezzato sia da appassionati e conoscitori del jazz, sia da spettatori non particolarmente avvezzi al linguaggio della musica afro-americana. Location d’eccezione anche quest’anno il magnifico Duomo, progettato da Lorenzo Maitani e realizzato tra il Trecento e il Cinquecento, che fa da cornice nel pomeriggio di Capodanno alla Messa della Pace impreziosita e caratterizzata dalla presenza della musica gospel. I concerti serali si svolgono al Teatro Mancinelli, inaugurato nel 1886, che offre la sintesi dei principali caratteri dell’architettura orvietana, al Palazzo del Popolo, realizzato in pietra basaltica e tufo, descritto la prima volta nel Duecento, al Palazzo dei Sette, eretto a cavallo del Trecento, a Palazzo Soliano, al cui piano terra si trova il Museo Emilio Greco, con sculture e creazioni grafiche donate alla città dallo stesso. Suggestivi anche la Sala del Carmine, una ex chiesa del 1300 facente parte del più vasto complesso del Carmine che comprendeva anche un convento e il Ristorante San Francesco, situato in un edificio che ospitò nel 1200 un convento francescano, location del gran cenone di fine anno la notte del 31 dicembre a suon di jazz e sede ideale dei jazz lunch e dinner.