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Premio “Anello d’oro”, Francesco Velatta, biologo della Provincia, è il miglior inanellatore d’Italia

A Francesco Velatta, biologo della Provincia di Perugia è stato consegnato l’anello d’oro, un riconoscimento che viene attribuito dal Centro Nazionale di Inanellamento (una sezione dell’ISPRA – Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale) ad un inanellatore “che si sia particolarmente distinto nella sua attività”. Il conferimento dell’anello d’oro avviene in occasione del Convegno Nazionale degli Inanellatori, che ha luogo con cadenza biennale e l’ultimo Convegno (l’undicesimo) si è tenuto a Gaeta il 24 e 25 febbraio. “Velatta – si legge nella menzione d’onore dell’ISPRA – è stato uno dei primi umbri ad ottenere l’abilitazione alla cattura di uccelli a scopo scientifico. A lui il merito di aver allestito sul Lago Trasimeno una delle prime stazioni di inanellamento a sforzo costante operanti in Italia, con il preciso obiettivo di attuare un costante monitoraggio delle popolazioni di Passeriformi di canneto. Ciò avviene contestualmente all’inaugurazione, sempre grazie alla lungimirante Amministrazione Provinciale di Perugia, del centro visite e degli osservatori dell’Oasi naturalistica “La Valle”, nell’ambito del Parco regionale. I protocolli standardizzati di inanellamento hanno consentito a Francesco, insieme al gruppo di suoi collaboratori operante nell’Oasi naturalistica “La Valle”, di analizzare molti aspetti strutturali delle comunità di uccelli così monitorate. Grazie alle lunghe serie temporali di dati raccolti nei canneti del Trasimeno è stato tra i primi inanellatori italiani ad adottare modelli di stima dei tassi di sopravvivenza e mortalità, ponendo questi in relazione a variabili ambientali su scala locale e di rotta di migrazione. Egli risulta anche il primo ad avere utilizzato statistiche prodotte dal Centro Nazionale di Inanellamento circa le morfometrie degli uccelli inanellati in Italia per analisi comparative dei campioni raccolti nella stazione di inanellamento del Trasimeno, regalando così, allo staff del CNI, la conferma che le migliaia di grafici ed analisi prodotte su scala nazionale potessero in concreto avere lo scopo in origine previsto, di materiale di stimolo e confronto per analisi condotte in ambito locale. E’ riuscito a descrivere incrementi sconcertanti dei numeri di Folaghe, Anatidi ed Aironi svernanti, dimostrandone solidamente la ragione, legata in alcuni casi alle variazioni nella profondità del lago, in altri direttamente all’intervenuto regime di protezione”.

Che cos’è l'inanellamento scientifico? Consiste nella cattura di uccelli con tecniche che non ne compromettono l’incolumità e nel loro marcamento mediante applicazione intorno al tarso (cioè la “zampa”) di un anello in lega leggera. Prima di essere rilasciato, ogni uccello viene sottoposto ad una serie di rilevamenti e di misurazioni. Ne vengono così stabiliti l’età, il sesso, la lunghezza dell’ala e del tarso, il peso e le condizioni fisiche, con particolare riferimento alle riserve di grasso accumulate, che costituiscono il “carburante” utilizzato nel corso delle migrazioni. I dati così raccolti, opportunamente codificati, vengono inviati ad un organismo di coordinamento internazionale, l'EURING, ove vengono elaborati ed archiviati insieme ai dati provenienti da altri Paesi europei. La raccolta di questi dati ha una grande importanza ai fini gestionali: si pensi ad esempio alla possibilità di intervenire per tutelare i siti di sosta più importanti; alla possibilità di monitorare l'andamento delle popolazioni, in modo da individuare tempestivamente decrementi delle stesse; alla possibilità di individuare relazioni fra comunità di uccelli e caratteristiche dell’ambiente, così da disporre di un substrato conoscitivo utilissimo per proteggere efficacemente (attraverso la salvaguardia dei corrispondenti habitat) le comunità di uccelli più rare e minacciate. Gli obiettivi scientifici dell'inanellamento possono essere pienamente raggiunti solo provvedendo all'effettuazione di catture in punti diversi lungo le rotte migratorie. E' dunque particolarmente importante poter contare su di una rete di siti di cattura coordinati tra loro e ben distribuiti nel territorio: proprio per questa ragione la Provincia di Perugia ha attivato da circa 15 anni una stazione di inanellamento al Lago Trasimeno, area certamente di notevole importanza per i migratori legati alle zone umide, rivolgendo la propria attenzione essenzialmente allo studio delle popolazioni di Passeriformi. Attualmente tale stazione, ubicata nell’Oasi La Valle, rappresenta in Italia uno dei pochi siti di inanellamento in cui vengano effettuate catture in maniera regolare lungo l’intero corso dell’anno.

Breve Curriculum di Francesco Velatta: veneziano di nascita ma umbro di adozione, ha nutrito fin da bambino un forte interesse per la fauna selvatica. Dopo gli studi superiori compiuti presso il Liceo Classico “Annibale Mariotti” di Perugia, si è iscritto alla Facoltà di Scienze Biologiche dell’Ateneo perugino, conseguendo la laurea nel 1986 con lode. Successivamente ha compiuto il tirocinio per l’iscrizione all’Ordine dei Biologi presso l’Istituto di Zoologia dell’Università di Perugia, dove ha avuto modo di collaborare attivamente con il Prof. Giampaolo Moretti, la Prof.ssa Fernanda Cianficconi ed il Prof. Bernardino Ragni, tre studiosi determinanti nella sua formazione. Il suo campo di interesse è rappresentato soprattutto dai Vertebrati ed in particolare dall’avifauna, specialmente quella legata alle zone umide (probabilmente come conseguenza del suo primitivo imprinting lagunare). In seguito ad un periodo di specifica formazione effettuato presso l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica sotto la supervisione del Dott. Fernando Spina, è stato tra i primi ornitologi umbri ad ottenere l’abilitazione alla cattura ed all’inanellamento degli uccelli a scopo scientifico. Nel 1992 entra a far parte dell’organico della Provincia di Perugia, dove lavora tuttora come zoologo. È autore di oltre 60 pubblicazioni scientifiche, soprattutto di argomento ornitologico, ma si è occupato anche di nutria, di cinghiale, di reti ecologiche e di problematiche legate alla frammentazione degli habitat. È stato consigliere nazionale del Centro Italiano Studi Ornitologici, la principale organizzazione ornitologica italiana, e membro del comitato scientifico di diversi convegni nazionali di ornitologia. Oltre ad occuparsi di indagini e monitoraggi faunistici, la sua attività in seno alla Provincia comprende attualmente anche l’effettuazione di studi di incidenza ambientale, la formulazione di pareri nei procedimenti di Valutazione Ambientale Strategica relativi ai piani regolatori dei Comuni e più in generale consulenze in campo naturalistico per svariate esigenze dell’Ente; sta inoltre contribuendo alla elaborazione del nuovo Piano faunistico-venatorio provinciale.