Dopo due giornate passate a rispondere alle domande dei propri associati sulle modalità con cui la Regione ha reintrodotto la preapertura alla tortora per il 1° settembre, il presidente della Libera Caccia dell’Umbria, Lando Loretoni, manifesta la delusione di tanti cacciatori.
“Alcuni appassionati dichiarano di non voler rinnovare la licenza – si sfoga Loretoni – di fronte ai continui lacci e lacciuoli che rendono ostacolano l’esercizio della caccia. Difficoltà, ricordiamo, che si uniscono agli aumenti dei costi legati all’inflazione e che colpiscono ovviamente anche l’attività venatoria”.
“Purtroppo era prevedibile” commenta amaramente il presidente della Libera Caccia. Che ricorda come l’associazione abbia più volte più volte invitato l’amministrazione regionale a non compiere scelte che avrebbero penalizzato i cacciatori umbri.
Sulla preapertura, Loretoni ribadisce la posizione della Libera Caccia: “Venerdì mattina l’assessore Morroni ci ha convocato per comunicarci la modifica al Calendario venatorio con l’introduzione della preapertura per la tortora. Una volta appreso che il conteggio del carniere poteva avvenire solo con la modalità digitale, abbiamo manifestato la nostra contrarietà. Chiedendo che venisse approntato il doppio conteggio, alternativo, cartaceo e digitale. La tempestività richiesta dalle normative europee, recepite dal Piano nazionale per la tortora, si poteva garantire ugualmente, definendo per tempo un meccanismo adeguato, come fatto in altre regioni. Invece è stato scelto il sistema della app che crea una discriminazione tra i cacciatori, impedendo il 1° settembre di esercitare la caccia a chi non dispone di uno smartphone o non lo sa utilizzare. Se qualcuno della Regione frequentasse i nostri uffici in queste ore, si accorgerebbe che saranno tanti gli esclusi. Oltre a coloro che hanno scelto di non andare a caccia nel giorno della preapertura per timore di incorrere in sanzioni, viste le tante incertezze, addirittura legate alla presenza o meno del segnale internet“.
Quanto ai vincoli normativi, Loretoni afferma: “La legge e la burocrazia devono essere a servizio dell’uomo, non impedirgli di svolgere legittimamente attività per le quali, tra l’altro, pagano“.
Per Loretoni si tratta dell’ennesimo esempio di come i 26mila cacciatori umbri e l’indotto economico che ruota intorno a loro non siano tenuti nella giusta considerazione: “Un presunto errore burocratico aveva fatto saltare una settimana di addestramento cani, poi reintrodotta, salvando una consolidata tradizione in Umbria. Poi, il venerdì prima di Ferragosto, sono stati bloccati i tradizionali sistema di pagamento della tassa regionale per il rinnovo della licenza di caccia, possibile ore solo con il PagoPa. Poi, una settimana prima della data scelta per la preapertura, ci viene comunicato il sistema di conteggio digitale delle tortore abbattute tramite una app. Senza contare la mancata accettazione delle nostre richieste sulle specie in deroga ed altre ancora. Mi sembra proprio che si voglia far di tutto per scoraggiare i cacciatori e non farli andare più a caccia“.
Loretoni chiarisce infine l’atteggiamento della Libera Caccia e delle altre associazioni venatorie: “Nonostante le nostre richieste e proposte, ci siamo trovati di fronte ad una scelta che la Regione aveva già preso, circa il conteggio digitale. A quel punto l’alternativa sarebbe stata assumerci noi la responsabilità di far saltare la preapertura. Cosa ovviamente contraria alla nostra funzione. E che avrebbe finito per penalizzare quei cacciatori che, comunque, intendono il 1° settembre andare a caccia. Tra l’altro, uno stop avrebbe messo a repentaglio la caccia alla specie tortora anche per gli anni futuri. Detto questo, non possiamo certo gioire nel vedere che alcuni cacciatori, in modo discriminatorio, il 1° settembre non avranno materialmente la possibilità di andare a caccia. La politica e la burocrazia – conclude Lando Loretoni – riflettano su questa grande ingiustizia“.