“Sorrido di fronte al comunicato del WWF Perugia, che per l’ennesima volta strumentalizza le mie parole riguardo la possibilità, che le associazioni ambientaliste hanno, di utilizzare il patrocinio legale gratuito per avanzare ricorsi talebani solo per sospendere l’attività venatoria. Capisco possano essere in cerca di tesserati, ma almeno non mi usino per la loro campagna pubblicitaria!”. Non le manda a dire il consigliere della Lega Manuela Puletti, che nei giorni scorsi ha chiesto venisse abrogato il patrocinio legale gratuito alle associazioni ambientaliste e per questo ha suscitato le ire del WWF di Perugia.
“Non ho detto – chiarisce – che certe associazioni hanno utilizzato i soldi dei contribuenti per questo ricorso. Ho detto, e lo ribadisco, che sono contraria alla norma del Dpr 115/2002 che prevede ciò. Se magari gli amici del WWF anziché cercare cavilli strumentali per fermare la caccia fossero stati più attenti alle mie dichiarazioni, questa non bella figura l’avrebbero potuta evitare”.
Il consigliere regionale della Lega aggiunge rivolgendosi allo stesso WWF Perugia: “Detto ciò, li ringrazio per la costante attenzione rivolta nei miei confronti: sono degli ottimi compagni di viaggio, attraverso i quali posso ribadire la mia posizione nei confronti della caccia. Da anni mi batto a favore del mondo venatorio, vessato a mio parere da un buonismo istituzionale che non mi appartiene. Lo stesso buonismo che ora è di moda, ma che non trova riscontro sulla realtà delle cose, così come è stato per la tortora. Ricordo e ribadisco infatti che l’Europa ha consigliato di non prevederla nei Calendari venatori. Ricordo anche che il parere di Ispra non è vincolante e con l’applicazione che in Umbria teneva sotto controllo il carniere, per altro prudenzialmente molto contenuto, nessuno avrebbe leso i principi cardine della raccomandazione fatta in sede comunitaria, né tantomeno messo a repentaglio la specie. In questo modo, invece, semplicemente è stato leso il principio di democrazia, secondo il quale chiunque deve poter seguire le proprie passioni, se legittime: i cacciatori, persone per forza in regola con la legge (altrimenti non potrebbero avere il porto d’armi), quello di andare a caccia, attività per la quale pagano i relativi tributi; altri, magari appassionati di passeggiate tra i boschi, di poterlo fare. Ma invece la narrazione prevalente, ora, sembra quella che vede le passioni ed i diritti di alcuni cittadini molto più tutelati di quelli di altri, in questo caso i cacciatori”.