Dai dirigenti umbri del Cpa appello alla Regione | Liurni, in alternativa: almeno ripristinare la terza domenica, così danno ai cacciatori e all'economia
Preapertura tortora, Cpa dell’Umbria non si arrende e torna a sollecitare la Regione. “Dopo tutto il tempo inutilmente perso – sottolineano i dirigenti regionali Cpa – per recuperare delle situazioni ormai consolidate, come il posticipo della data dell’addestramento cani poi annullato e ripristinato con un tocco di bacchetta magica di chi può, ma spesso non vuole essere al fianco dei cacciatori, nello stesso giorno in cui viene poi bloccato il pagamento delle tasse di concessione regionale tramite bollettino postale, lasciando attiva solo la modalità PagoPA, creando dei disagi anche a moltissimi cacciatori e a noi Associazioni”.
L’esempio delle altre Regioni
“Visto che in Umbria siamo abili a prendere il peggio delle altre Regioni – prosegue il Cpa – crediamo sia giunto il momento di prendere anche qualcosa di positivo dalla loro gestione della caccia: ci riferiamo soprattutto alle Marche, alla Toscana ed al Lazio, regioni confinanti, ma anche ad altre che comunque cacciano la tortora in preapertura anche se con carnieri limitati”. Anche perché, sottolineano i dirigenti Cpa – secondo le normative europee si tratta di una specie cacciabile e non a rischio estinzione, visto che altre Nazioni europee la cacciano senza tutte queste limitazioni imposte da “quell’inutile Ente che è l’ISPRA”.
“La Regione sia più vicina ai cacciatori”
“Non facciamo demagogia – avverte il Cpa – siamo consapevoli che a dieci giorni dall’apertura non è così facile ripristinare la data del 1° settembre. Anche se ‘volere è potere’, quindi crediamo che se la Regione volesse essere più vicina ai cacciatori umbri, come ultimamente non ci sembra che sia, potrebbe comunque risolvere questa problematica”.
Liurni: almeno tortora nella terza domenica
Il presidente regionale Cpa Angelo Liurni aggiunge: “Se ciò non fosse possibile, comunque chiedo alla Regione che venga ripristinata la specie tortora nel Calendario venatorio almeno per la terza domenica di settembre, anche perché ci potrebbe dare un aiuto per la preapertura del prossimo anno, visto che chi dovrebbe effettuare i famigerati censimenti ha paura di sporcarsi le scarpe di terra, quindi saranno comunque i cacciatori a monitorare e censire la specie tramite i tesserini venatori”.
Il danno per l’economia
Liurni ricorda che i cacciatori umbri sono ad alta vocazione migratorista. E quindi aggiunge: “Inoltre, questa mancata preapertura – aggiunge Liurni – oltre ad essere irrispettosa nei confronti dei cacciatori umbri, arreca danni non solo direttamente a noi, ma anche a tutto l’indotto, comprese armerie e negozi vari di articoli per la caccia. E considerando il periodo storico non proprio positivo – conclude – si tratta di una ulteriore bastonata al PIL umbro”.