I grandi gruppi delle telecomunicazioni, quali Poste, Telecom, Rai e Tim, non possono lasciare i loro centri direzionali e dirigenziali in Umbria. Fatto che determinerebbe per l’Umbria un ulteriore depauperamento in settori strategici per lo sviluppo. Questo l’appello lo ha lanciato Alessandro Piergentili, segretario generale della Slc Cgil, riconfermato al termine dei lavori del congresso regionale della categoria (che organizza lavoratrici e lavoratori dei settori della comunicazione) con 31 voti a favore su 35 votanti. Presente ai lavori, tenuti presso la Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia, anche il segretario della Slc Cgil nazionale Walter Pilato.
“Abbiamo svolto una discussione a tutto campo sui temi della categoria – spiega Piergentili – che è al centro di una trasformazione epocale, dovuta alla digitalizzazione delle produzioni. Diventa allora necessario contrattare l’algoritmo, variante moderna di modalità di sfruttamento novecentesche, per garantire diritti e felicità nel lavoro”.
Dal congresso Slc parte anche l’impegno del sindacato all’elaborazione di una piattaforma, da sottoporre alla Regione, sulla “produzione culturale” come motore per lo sviluppo.