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Poste, salvi altri 7 uffici in Umbria | La decisione del Tar del Lazio

Il Tar del Lazio salva altri 7 uffici postali in Umbria: dopo aver accolto il ricorso del Comune di Perugia sulla chiusura delle poste di Sant’Egidio, adesso è la volta di Castel Ritaldi, Capitone di Narni, Annifo, Capodacqua di Foligno, Collestatte di Terni, Villastrada di Castiglione del Lago e Collazzone.

Come era ampiamente prevedibile, il Tar del Lazio sta rapidamente esaurendo la lista di uffici postali che devono rimanere aperti, annullando le chiusure che, lo scorso anno, Poste Italiane aveva deciso nei confronti di numerosi uffici umbri”. Ad affermarlo è l’assessore regionale Antonio Bartolini, il quale ha commentato, con molta soddisfazione, la decisione della terza sezione ter del Tar, chiamato a pronunciarsi sui ricorsi presentati dai rispettivi comuni, con il sostegno della Regione. Come detto, il Tribunale Amministrativo ha stabilito che gli uffici di Capitone di Narni, Annifo e Capodacqua di Foligno, Collestatte di Terni, Villastrada di Castiglione del Lago e Collazzone dovranno rimanere aperti. Oggi il Tar ha emesso la sua decisione anche per l’ufficio di Castel Ritaldi.

In precedenza – ricorda un comunicato della giunta regionale – il Tar si era già espresso sugli uffici di Melezzole di Montecchio, Sugano di Orvieto e Sant’Egidio di Perugia, mentre Poste Italiane nei giorni scorsi aveva deciso di ritirare il provvedimento di chiusura annunciato per l’ufficio di Porchiano di Amelia.
Le motivazioni – ha affermato Bartolini – sono pressoché identiche per tutti gli uffici postali. Era necessario infatti – a giudizio del Tar – ‘indicare puntualmente’ le ragioni per cui, nel luogo interessato dalla soppressione, restino ‘garantite prestazioni di servizi conformi agli obblighi imposti a livello europeo e nazionale’ (stante l’ineludibilità della prestazione del servizio universale), con conseguente illegittimità della determinazione basata sulla sola esigenza di assicurare l’equilibro economico, perché – prosegue la sentenza – se è vero che gli uffici postali cosiddetti marginali rappresentano verosimilmente un costo elevato per Poste Italiane, è vero anche che il loro ridimensionamento, ovvero la loro razionalizzazione, non può avvenire seguendo una logica solamente di tipo economico e senza prevedere valide alternative”.
Il Tribunale amministrativo scrive esplicitamente “che la chiusura di un ufficio postale non può essere disposta solo per ragioni di carattere economico, senza considerare il criterio di distribuzione degli uffici postali e, soprattutto, senza ponderare il pregiudizio alle esigenze degli utenti derivante dalla chiusura dell’ufficio individuando valide soluzioni alternative, a tutela della coesione sociale e territoriale e che è illegittimo, per difetto di motivazione, il provvedimento di chiusura permanente di un ufficio postale che faccia generico riferimento ad un piano di efficientamento volto all’adeguamento dell’offerta all’effettiva domanda dei servizi postali in tutti i Comuni del territorio nazionale in ragione del comprovato disequilibrio economico di cui alla erogazione del servizio postale universale, atteso che tale motivazione risulta disancorata da qualunque esplicitazione di fatti riferibili al caso di specie, tanto da ridursi ad una mera clausola di stile, replicabile in maniera identica in qualunque situazione“.
Ci siamo ormai mettendo alle spalle una vicenda che aveva molto preoccupato i cittadini e le istituzioni interessate – sottolinea l’assessore – ed il buon esito di tutti i ricorsi ovviamente ci lascia molto soddisfatti e premia l’impegno della Regione e dei Comuni che fin dall’inizio hanno reagito a provvedimenti assolutamente immotivati e dannosi per il territorio. Adesso la situazione torna alla normalità con il proseguimento delle attività negli uffici postali che sono coinvolti. Comunque, anche dopo queste sentenze che ci hanno dato ragione, – conclude Bartolini – resta la volontà di proseguire il confronto con Poste Italiane per giungere ad una organizzazione condivisa ed efficace dei servizi che metta al centro gli interessi dei cittadini e non soltanto quelli economici di un azienda”.

Aggiornato ore 14.52