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PORCACCHIA-BRIGANTI, IL GATTO E LA VOLPE TRADITI DALLE 'CIMICI'. ECCO LE INTERCETTAZIONI

“Il cash e poi abbiamo finito”. Sono state queste parole, proferite da Sergio Briganti, braccio destro del direttore di Confcommercio Leandro Porcacchia, a far scattare il blitz della Squadra Mobile, coordinata da Tommaso Niglio, che era in ascolto diretto all'esterno dei locali grazie alle apparecchiature audio-video applicate addosso a Maurizio Caprini, l'imprenditore truffato che ha incastrato i 2 esponenti di Confcom. Da oggi sono state rese note alcune intercettazioni telefoniche circa le 'trattative' di acquisto del locale situato presso “Le Terrazze” (area ex Tulipano) dalle quali appare evidente la disinvoltura di Briganti il quale, già al primo incontro con Caprini, metteva subito le cose in chiaro: “A questo punto ti devo dire una cosa che potrebbe far male, per avere questa esclusiva dovrai pagare 100 mila euro in nero”. Caprini, che non aveva i soldi richiesti dai 2, era stato anche invitato a chiedere un prestito personale presso la filiale di fiducia della Confcommercio. È a questo punto che l'imprenditore decide di denunciare tutto alle autorità competenti che iniziano le indagini sulla premiata ditta Porcacchia-Briganti e che ricorrono all'uso di cimici e intercettazioni telefoniche che rivelano retroscena della vicenda inquietanti. Ecco l'estratto di una telefonata tra Porcacchia e Briganti:

P – Di come era composto il tutto, no?
B – Sessanta, quaranta me sembra
P – Esatto, esatto
B – 60%, 40%
P – Poi dopo il resto je famo una fatturina quella poi se la paga pure con comodo, non è un problema
B – Sì, sì

Intanto l'avvocato di Briganti, Renato Chiaranti, chiarisce la linea difensiva: “Cercheremo di capire quanto accaduto, ma allo stato delle cose l'estorsione non può essere ravvisata. il mio assistito è ovviamente scosso, ma anche fiducioso di poter provare la sua estraneità”.