Carlo Ceraso e Sara Cipriani
420 giorni per risanare e rilanciare la Popolare Spoleto, tanti quanti i milioni investiti dal Banco Desio e della Brianza, che da 14 mesi guida l’istituto di Piazza Pianciani dopo l’intervento in extremis della Vigilanza di Bankitalia che ha salvato dal crack quella che era l’ultima Banca degli umbri. Per ‘curare’ il paziente, il Desio dell’a.d. Tommaso Cartone ha pensato a due ‘medici’ che nel tempo hanno acquisito una consolidata esperienza nel risanare le banche acquisite dalla capogruppo: l’avvocato Stefano Lado nominato presidente del Cda della PopSpoleto (la cui famiglia, insieme a quella del presidente del Banco Agostino Gavazzi, controlla il pacchetto di maggioranza attraverso la Holding Brianza Unione presieduta da Luigi Gavazzi) e il dottor Angelo Antoniazzi, incaricato della guida del management dopo esser stato vice direttore generale del Desio. 55 anni, nato e residente a Milano, Stefano Lado dopo la laurea in Giurisprudenza comincia la sua carriera nelle SpA del Gruppo: a 28 anni è nominato consigliere di Desio e Brianza Factoring, di Desio Leasing e di Informatica Brianza. Nel 1993 entra nel board del Banco. Una scalata che lo vede nel 2002 assumere la presidenza di Banco Desio Lazio e nel 2005 quella di Banco Desio Veneto. Al di fuori delle società del Gruppo è amministratore di Istifid e Cedacri.
Per la prima volta il vertice della nuova Spoleto accetta di fare il punto della situazione con una intervista esclusiva rilasciata a Tuttoggi.info. A riceverci nell’ufficio di presidenza, l’avvocato Lado e il d.g. Antoniazzi.
Presidente Lado, la semestrale di giugno mostra i primi segnali di ripresa della Spoleto, qual è il giudizio ad un anno dal vostro ingresso in piazza Pianciani? Diciamo che ci aspettavamo questi risultati ma è prematuro dare un giudizio tout court. Non avremmo potuto aspettarci neanche molto di più vista la situazione: alla stagnazione che riguarda l’economia nazionale avevamo messo in bilancio la situazione in cui versava la Popolare. La stessa due diligencefatta prima dell’acquisto della Banca ci aveva allertato che saremmo andati incontro ad ulteriori svalutazioni una volta rilevata la maggioranza del pacchetto azionario. In questo primo anno di lavoro ci siamo quindi concentrati a rimettere a posto i conti, riportando i tassi ad un livello accettabile perché erano a dir poco fuori mercato, chiudendo molti conti dormienti e riorganizzando la banca su nuove strategie in favore delle imprese e delle famiglie, insomma a ricercare quell’equilibrio finanziario che è la base di ogni istituto di credito”.
Quante risorse ha impiegato finora Banco Desio per l’acquisizione della Popolare Spoleto? Qualcosa come 420 milioni di euro tra aumento di capitale, i finanziamento alla controllata e il conferimento dei 32 sportelli del Banco Lazio che rendevano circa 7 milioni di utile l’anno. Un esborso e uno sforzo importante che non si è risentito sulle solide casse della Capogruppo che ora però si attende i giusti risultati.
Che idea si è fatto dell’economia umbra? Per noi è un territorio nuovo, la Spoleto ha una presenza significativa in Umbria con quote di mercato non espandibili e che deve vedersela con i grandi gruppi bancari dotati di molta liquidità. E’ difficile tracciare un profilo preciso, personalmente registriamo una qualche vivacità nell’area nord, quella del tifernate ma è anche vero che in questa parte della regione la concorrenza più diretta di Bps è più in crisi. C’è poi l’area di Foligno dove il settore della meccanica evidenzia un incremento delle commesse e quindi del fatturato.
Presidente, cosa risponde alle accuse rivolte alle banche di avere tempi biblici nell’erogazione del credito? Che non è il nostro caso; quando siamo arrivati abbiamo trovato una situazione difficile per colpa di un sistema troppo burocratizzato e lento. Da parte nostra abbiamo importato e applicato da subito il modello della capogruppo Banco Desio con tempi a dir poco ragionevoli rispetto al passato e mi pare con buona soddisfazione della clientela. Per questo abbiamo creato pacchetti molto interessanti che hanno avuto ottimo riscontro sotto il profilo del credito, non altrettanto sul fronte degli investimenti ma questo è legato al periodo che sta attraversando il Paese.
Il vostro ingresso è combaciato con la fine del commissariamento di Bankitalia, nel bel mezzo di inchieste delicate che hanno coinvolto una seppur minima parte dei quadri; avete incontrato resistenze? A titolo personale non ho riscontrato alcun ostruzionismo, ma ci può stare visto che sono il presidente – sorride l’avvocato Lado – , certo il cambiamento è sempre difficile da gestire ma c’è stata la massima collaborazione da parte di tutto il personale. Abbiamo ricollocato i dirigenti con reciproca soddisfazione, stabilizzato una quarantina di dipendenti che avevano il contratto a tempo determinato, credo in definitiva che abbiamo fatto un buon lavoro. Non abbiamo acquisito la Spoleto per chissà quale velleità, ma perché siamo convinti di poter operare bene su questo territorio con soddisfazione anche dei nostri azionisti.
Avete valutato la possibilità di prossime assunzioni? Al momento la forza-lavoro è adeguata alla nostra struttura, più avanti vedremo, specie se ci sarà la possibilità di trovare nuovi spazi di mercato nelle regioni limitrofe.
Quali sono i rapporti con le istituzioni locali? “Ritengo buoni anche perché abbiamo dimostrato di aver mantenuto la parola data al momento della acquisizione della banca, a cominciare dal mantenimento dei livelli occupazionali, delle filiali e, non da ultimo, che il centro decisionale è rimasto a Spoleto
E i rapporti con il sindaco Fabrizio Cardarelli? Personalmente li ritengo ottimi anche se lui…è convinto di battermi in moto.
Cioè? Un giorno abbiamo scoperto di avere la stessa passione per le moto, il motocross in particolare, sono convinto, anzi stra-convinto che non riuscirebbe mai a sorpassarmi” , dice mostrando con orgoglio dall’Iphone alcuni scatti mentre salta delle dune di sabbia in sella alla sua enduro.
Veniamo a una nota dolente, quale ruolo pensate di riservare alla Spoleto Credito e Servizi? Abbiamo da poco inviato una lettera al presidente Massimo Marcucci, un primo passo per una convenzione che intendiamo concludere proprio perché siamo convinti del ruolo del nostro socio di minoranza. Sostanzialmente si basa su due prodotti Bps, il conto corrente e i mutui per i privati.
Dottor Antoniazzi quale è stato il problema più difficile da superare in questo primo anno? Non c’è dubbio che il più massacrante è stato quello di riorganizzare e uniformare i processi, specie dopo l’inserimento delle 32 filiali del Desio Lazio che hanno richiesto uno sforzo immane che non si legge sui Bilanci ufficiali ma che ha richiesto tante energie professionali ed economiche. Immagini lei cosa può significare ‘riprofilare’ tutta la clientela, c ambiare codici, libretti degli assegni, carte di credito e bancomat, è stata dura davvero. Potevamo rischiare anche di perdere la clientela ma per fortuna è andato tutto per il verso migliore.
Sul fronte delle sponsorizzazioni quale politica avete deciso di adottare? Quando siamo arrivati a Spoleto – ricorda il direttore generale – abbiamo trovato di tutto, richieste di sponsorizzazione anche da territori che non erano di interesse dell’istituto, di privati e associazioni che non erano neanche clienti della banca. Noi le valutiamo attentamente una ad una, verifichiamo il valore dell’evento, l’effettivo interesse per il territorio dando priorità a que lli di natura culturale. Siamo una banca, non una onlus, non dobbiamo mai dimenticarci che siamo qui per fare gli interessi degli azionisti e della clientela. Se un evento ha un valore per il territorio è chiaro che rappresenta un valore anche per noi. Siamo presenti sulle iniziative più importanti, a cominciare dal Festival ma anche a sostegno dello sport come la pallavolo e la scherma solo per c itarne alcune. E non potrebbe essere che così, perché saremo sempre la banca di questo territorio e non abbiamo alcuna intenzione di venire meno alla nostra mission, la stessa del Banco Desio.
Quando pensate che il titolo Bps possa essere riammesso a Piazza Affari? E’ nostro interesse che avvenga il più presto possibile – risponde Lado – ma non mi chieda una data perché avevo già annunciato quella dello scorso gennaio che poi per motivi di natura tecnica non si è concretizzata. Posso assicurare che stiamo lavorando in questo senso con ogni sforzo possibile, confido in tempi brevi.
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