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PopSpoleto, Banca MpSiena rigetta l’offerta di Antonini – Scs con le spalle al muro – Aggiornamento: M5S contro Fondazione CariTerni (nei commenti)

Il Cda della Spoleto Credito e Servizi ha deciso di non poter decidere. L’incontro convocato d’urgenza per oggi – a Radiocor Giovannino Antonini aveva dichiarato “domani decideremo il da farsi” – si è protratto per appena un paio di ore. Giusto per prendere conoscenza, a quanto ha potuto apprendere Tuttoggi.info da fonti qualificate, della lettera firmata da Alessandro Profumo che ha rigettato la proposta economica della Cooperativa sulla quota detenuta da Siena in Bps. In settimana – e a questo punto c’è la conferma – il board del presidentissimo aveva ufficializzato una proposta a Rocca Salimbeni per rilevare il 26,7% che Mps detiene in PopSpoleto rinviando ad un secondo momento l’acquisto della partecipazione in Scs (30 milioni di euro).
Per la prima quota – quella in Scs è praticamente fissa – Antonini & Co. avrebbero messo sul piatto una offerta che i bene informati danno “intorno ai 30 milioni di euro”. Un valore sicuramente alto rispetto alla quotazione di Borsa (ieri il titolo Bps, ancora in calo rispetto all’exploit dei giorni scorsi, ha chiuso a 2,43 €/azione pari a 72,3 milioni di euro per l’intero pacchetto) ma ben al di sotto di quanto le parti avevano sottoscritto nel 2010 rinnovando quei patti parasociali che Siena ora intende vengano rispettati.

E dai quali conta di incassare, contrattualmente parlando, circa 70 milioni di euro cui aggiungere la quota versata a Scs.
Dunque la tanto attesa ‘buona notizia’, quella in grado di garantire il controllo della cooperativa su Bps, non c’è stata, come non solo i maligni sospettavano. Anche i sindacati, specie le sigle autonome da sempre vicinissime all’antoninipensiero, da un paio di mesi guardano con sospetto ai tanti annunci e proclami.

La partita non è finita, certo, ma all’ultimatum ribadito dal management del d.g. Viola mancano più una manciata di ore (lunedì prossimo). Troppo poche per trovare una soluzione. Che peraltro, se non è stata trovata in sei mesi e mezzo, sembra difficile, se non impossibile raggiungere ora.
Da piazza Pianciani prende sempre più corpo l’ipotesi di una azione di rivalsa nei confronti del Monte, una causa legale che verrebbe avviata più per guadagnare tempo che per raggiungere un qualche obiettivo. Anche perché di tempo per annullare il ‘matrimonio’ con Mps ce n’è stato a iosa. Sarà per questo che il dominus, terminato il board, è partito alla volta della Capitale per incontrare gli avvocati, probabilmente per dar loro mandato di impugnare il “contratto nuziale”.
Resta da vedere quale mossa partirà dalla Rocca che sul piatto ha diverse opzioni: dalla possibilità di scalare direttamente Bps (ritenuta poco fattibile alla luce dei guai finanziari che investono Mps) a quella di poter vendere la propria partecipazione in PopSpoleto senza ricevere il gradimento di Scs, per non parlare di una azione legale per ‘congelare’ i propri interessi.
Un nuovo braccio di ferro sul quale però stavolta potrebbe intervenire anche palazzo Koch dai cui uffici è attesa da un momento all’altro la relazione approntata dagli ispettori che lo scorso autunno hanno passato al setaccio centinaia di pratiche dell’istituto spoletino. Alla finestra rimane la cordata Clitumnus di Carbonetti-Colaiacovo, la cui proposta economica di acquistare il 51% della Popolare dalla cooperativa e lanciare poi una Opa totalitaria offrendo 2,1€ per azione, è stata per il momento respinta da Antonini. Anche se questo prezzo, rifiutato perché “troppo basso” nel momento in cui Piazza Affari assegnava 3€ alla PopSpoleto, appare oggi molto più vicino a quello fissato in chiusura ieri (2,43€). Il conto alla rovescia è partito.
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