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Popolare Spoleto, una banca per due, forse tre / Il ruolo Mps

Carlo Ceraso
La corsa per il controllo della Popolare Spoleto è ormai alle battute finali: ci sarà tempo infatti fino a giovedì prossimo (data ultima di consegna delle offerte), poi la parola spetterà a Bankitalia che dovrà decidere a quale dei contendenti assegnare l’istituto di piazza Pianciani. Due i soggetti che hanno manifestato la volontà di acquisire Bps, la cordata Clitumnus e Banco Desio e Brianza, anche se all’ultimo istante potrebbe inserirsi la Popolare di Vicenza del presidente Gianni Zonin che ha convocato il cda per martedì prossimo per decidere sulla scalata della banca umbra. Ma vediamo in dettaglio la grandi manovre messe in atto dai due pretendenti
Clitumnus sta con Mps – la cordata umbro-laziale, incassato il sostegno di Monte dei Paschi di Siena (al momento secondo azionista Bps con il 26.1% del capitale), è pronta a staccare un assegno di 130 milioni di euro per ripianare il deficit patrimoniale. Della cordata fanno parte la Fondazione Cari Perugia, Coop Centro Italia, Fondazione CariOrvieto e alcuni imprenditori di successo dell’Umbria come Colaiacovo, Monini, Metelli e Urbani, solo per citarne alcuni. Ma anche gruppi romani a cominciare da Net Insurance. La strategia di Clitumnus prevede una salvaguardia della Scs (attuale controllante di Bps, anche questa finita commissariata dal febbraio scorso) che scenderebbe dall’attuale 51% del capitale al 25% potendo esprimere un membro del board che sarà composto di 11 consiglieri. Anche Rocca Salimbeni, la cui quota scenderebbe a circa il 12%, potrà nominare un proprio rappresentante nel Cda. La gestione verrebbe affidata a ‘pezzi da 90’ del sistema bancario: Clitumnus ha infatti già individuato in Gino Bellotto (un passato importante in Fideuram e Banca Fineco) il futuro presidente e in Guglielmo Mazzarino (ex Banca Roma) il condirettore generale con responsabilità sui crediti e sulla tesoreria della banca. Impossibile al momento conoscere il nominativo del d.g. che sarebbe affiancato anche da un secondo condirettore. La proposta di Cliumnus, se confermata, potrebbe troverebbe il parere favorevole (il condizionale è d’obbligo) del Comitato “Soci Bps e Scs” presieduto dall’avvocato Massimo Marcucci che si sta battendo per la salvaguardia degli interessi dei 18mila soci della cooperativa e che, stante la grave situazione finanziaria della holding, aveva puntato i piedi sia sul mantenimento di una quota non inferiore al 25% in Bps, sia sulla possibilità di ‘trattare’ con Mps i 30 milioni di euro da restituire a quest’ultima dopo la rottura dei patti parasociali.
Desio “no aumento capitale” –anche Banco di Desio e della Brianza procede spedito nelle procedure per l ‘acquisizione del controllo della Spoleto che andrebbe a completare “il progetto di riqualificazione della rete commerciale del Gruppo – così si nelle in una nota – avviato con il piano industriale 2013-2015, in un’ottica di sviluppo e rilancio dei valori di banca ‘a presidio del territorio’ comuni a Banco Desio e a Banca Popolare Spoleto nei rispettivi territori. L’istituto dell’ad Tommaso Cartone sottolinea di avere una “elevata solidità patrimoniale (già più che in linea con i requisiti di Basilea 3). I relativi coefficienti permarrebbero più che adeguati ai requisiti di vigilanza anche con il perfezionamento della suddetta operazione e pertanto è esclusa ogni ipotesi di aumento di capitale”. Nulla viene detto circa il destino di Scs, cui Desio non sembrerebbe molto interessata.
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