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Popolare Spoleto, Umbria compatta “non passi lo straniero” / Bankitalia ora lo sa

Carlo Ceraso
Se tuona, da qualche parte piove. E su piazza Pianciani, sede delle commissariate Banca Popolare e Scs, nelle ultime ore di fulmini e saette ne sono state registrate anche troppe. L’antico proverbio contadino ben si adatta a quanto si mormora in città, ma anche a Perugia e Roma, dove rimbalzano con sempre maggiore insistenza le voci (non ufficiali, vale chiarirlo) secondo cui i Commissari potrebbero preferire l’offerta di Banco Desio e della Brianza a quella della cordata umbro-laziale di Clitumnus interessate all’acquisto della banca umbra.
Per la verità già lo scorso mese la prestigiosa firma di Fabio Tamburini dalle colonne del Corsera aveva dato per concluso l’acquisto da parte del gruppo lombardo. Costringendo i tre amministratori straordinari di Bankitalia (Gianluca Brancadoro, Giovanni Boccolini e Nicola Stabile) ad una immediata smentita.
Ancora una settimana – probabilmente ad alimentare la ridda di voci è stata anche la dichiarazione che il professor Brancadoro ha rilasciato due giorni fa a Radiocor: “stiamo vagliando le offerte; abbiamo chiesto offerte omogenee per renderle comparabili, c'è ancora in corso qualche ritocco. Ci vorrà una settimana-dieci giorni“. Dunque per la fine della prossima settimana la relazione con l’indicazione dell’acquirente finirà sul tavolo di palazzo Koch per l’avvio dell’operazione di acquisto.
Istituzioni in allarme – da piazza Pianciani qualcosa è trapelato se le istituzioni locali, rimaste finora in silenzio, almeno apparentemente, sono uscite allo scoperto mandando un segnale forte e chiaro. Come quello lanciato in mattinata dal sindaco Daniele Benedetti che, richiamando anche le recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto due controllate di Banco Desio, in una nota ha auspicato che la scelta del pretendente sia basata su “prudenza e lungimiranza per individuare solidi futuri assetti societari della Banca Popolare di Spoleto…sulla base di progetti e prospettive chiare, in grado di consolidare l'istituto di credito rilanciandone una attività molto importante per Spoleto e per l'Umbria” (qui il testo integrale della nota). Un intervento, quello del primo cittadino, che fa pendant con l’allarme lanciato pochi giorni fa dai capigruppo di opposizione in consiglio comunale Fabrizio Cardarelli e Angelo Loretoni. Anche la Regione è al lavoro. La presidente della Regione Catiuscia Marini, impegnata oggi a Roma per l’assemblea del Pd convocata da Renzi, sarebbe al lavoro già da qualche settimana. Questo almeno quanto trapelava nel pomeriggio da palazzo Donini visto che sulla vicenda Bps la governatrice ha mantenuto sempre il massimo livello di riservatezza. La linea politica però l’aveva in qualche modo tracciata nel corso dell’unico incontro pubblico in cui ha affrontato la vicenda della Spoleto (clicca qui) parlando della necessità per la Regione di poter contare su un soggetto bancario intermedio fra i grandi gruppi e le piccole Bcc attento alle esigenze delle attività produttive e delle famiglie umbre. A preoccupare è la notizia, finora mai smentita, che Desio non sarebbe interessata al destino della controllante Scs – 19mila soci -, ma solo a rilevare l’intero pacchetto Bps (anche se la frase di Brancadoro “…abbiamo chiesto offerte omogenee…” fa ipotizzare che i Commissari potrebbero aver chiesto in tal senso uno sforzo in più all’istituto del presidente Gavazzi). A differenza di Clitumnus che, secondo il piano operativo tracciato dal consulente di Clitumnus, il professor Francesco Carbonetti, sin dalla prima ora ha previsto ruolo importante per la coop di Spoleto, un suo rappresentante in seno al board e una serie di iniziative economico-finanziarie in favore del territorio. Evidente che la prima opzione, ove confermata, porterebbe con ogni probabilità alla messa in liquidazione della ultracentenaria cooperativa (fu fondata il 28 aprile 1895 da una idea del professor Giulio Cesari). Di certo, con le note e gli interventi ufficiali di questi giorni, Banca d'Italia non potrà non tener conto degli appelli lanciati dalle Istituzioni.
Azioni legali – a dirsi preoccupato è anche il Comitato Soci Bps/Scs del presidente Massimo Marcucci che ha preannunciato “tutte le azioni legali a protezione della Spoleto Credito e Servizi”. L’associazione, nata per volontà di quei soci che avevano cercato di contrastare l’azione dominante dell’ex presidente Antonini, in serata ha emesso una durissima nota in cui ha ripercorso l’ultimo anno, in pratica dal Commissariamento ad oggi. Leggiamo: “Il Comitato Soci Spoleto Credito e Servizi ,da quando si è costituito, ha monitorato quanto stava accadendo nell’ambito dell’acquisizione della Banca Popolare di Spoleto da parte di altri operatori economici. Lo stesso Comitato, sorto anche e soprattutto per salvaguardare le sorti della Società Cooperativa Spoleto Crediti e Servizi, e quindi dei loro soci, che hanno aderito alle sottoscrizioni delle azioni con la consapevolezza di apportare beneficio alla stessa Banca Popolare di Spoleto, si è fatto portavoce, nei vari tavoli istituzionali, della necessità di dover evitare la messa in liquidazione della Credito e Servizi. Non è marginale ricordare come i soci della Spoleto Crediti e Servizi (circa 19.000) sono anche clienti della BPS e quindi l’eventuale “fallimento” della Cooperativa potrebbe indurre gli stessi soci a non essere più clienti della stessa banca. In tale ottica di tutela, recentemente, si è tenuto un incontro con le varie sigle sindacali. I presenti hanno condiviso la necessità di individuare un percorso unitario, volto a rivendicare quel ruolo centrale della Spoleto Credito e Servizi, che potrà incidere anche sul futuro della BPS. Ed infatti, l’eventuale messa in liquidazione della Spoleto Credito e Servizi, sicuramente porterà una disaffezione dei soci, i quali, molto probabilmente, avendo perso proprie risorse economiche, eviteranno di fidarsi, per il futuro, della Banca Popolare di Spoleto. Quanto sopra descritto è innegabile che, qualora si avverasse, inciderebbe sulle sorti dei dipendenti e dell’intero territorio. Nei giorni scorsi, si è venuti a conoscenza che la Banca d’Italia ha prorogato l’incarico ai commissari della Banca Popolare di Spoleto e della Spoleto Credito e Servizi. E’ significativo che dette proroghe (una per la BPS ed una per la Spoleto e Credito e Servizi) hanno due durate diverse (sei mesi per la Banca e dodici mesi per la Cooperativa) e ciò potrebbe significare una distinzione delle sorti dei due operatori. A nostro giudizio potrebbe accadere che, mentre la Banca sarà acquistata da uno dei due competitor, la Spoleto Credito e Servizi verrà posta in liquidazione con buona pace dei soci, dei clienti della banca, dei dipendenti della BPS e di tutto il territorio. E’ necessario quindi che tutto ciò non accada. Per questo motivo il Comitato, che fino ad oggi ha cercato ogni sorta di collaborazione e di avvicinamento con le varie realtà sociali, preso atto che ciò sembra non essere più utile, intende, autonomamente, promuovere tutte le azioni legali a protezione della Spoleto Credito e Servizi”.
Parlamentari in silenzio – dentro la banca è stato un pomeriggio frenetico anche per i sindacalisti, alcuni dei quali (i confederali) avrebbero abbozzato un documento che al momento non troverebbe l’avallo della Cgil. Impossibile conoscerne il contenuto. Restano invece in religioso silenzio tutti i deputati e senatori umbri (come del resto è stato anche di fronte agli scandali e alle inchieste giudiziarie), a cominciare dai due parlamentari di riferimento del territorio, l'onorevole Giampiero Bocci (Pd) e il senatore Stefano Lucidi (M5S).
Ex board, nuova legnata – intanto è stata pubblicata la sentenza del Tar Lazio in merito al ricorso presentato dai tre membri dell’ex Cda Bps Mario Benotti, Michele Di Gianni e Gabriele Chiocci, contro il commissariamento disposto lo scorso anno da Mek e Bankit. La terza sezione del tribunale amministrativo (Presidente Carlo Taglienti, Consigliere estensore Pierina Biancofiore, Consigliere Francesco Brandileone) ha ritenuto infondato sotto ogni profilo il ricorso presentato dagli avvocati Tedeschini e Titomanlio condannando i tre ex amministratori al pagamento di 15mila euro in favore di Mef, Banca d’Italia e Clitumunus. Un dispositivo (leggi qui) che ha ricalcato in larga parte quello che aveva visto già pronunciare il Tar Lazio lo scorso ottobre nei confronti dei 9 ex membri del board Scs. E non sarà neanche l’ultimo. I giudici amministrativi devono ancora esprimersi in merito ad altri 3 ricorsi, presentati disgiuntamente dagli ex consiglieri Bps Marco Carbonari, Michelangelo Zuccari e Claudio Umbrico (tutti difesi dagli avvocati Mario Rampini e Giovanni Corbyions del foro di Perugia). Ai quali dovrebbe aggiungersi una analogo ricorso instaurato dai legali dell’ex dg Francesco Tuccari.

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