Carlo Vantaggioli
I vertici della Banca Popolare di Spoleto, il Presidente Nazzareno D’Atanasio, il Vice presidente vicario Michelangelo Zuccari e il Direttore Generale Francesco Tuccari, convocano a distanza di una settimana, per la seconda volta a Perugia, gli organi di stampa, per annunciare una nuova iniziativa che va ad affiancarsi alla precedente e che vedeva il campione di calcio, Marco Materazzi, testimonial della campagna “Difendi i tuoi risparmi”.
Questa volta la novità è strettamente legata ad una operazione tecnica che l’istituto di piazza Pianciani, mette in campo per rifornirsi di liquidità che verrà poi rimessa nel circuito dei finanziamenti a sostegno delle imprese e delle famiglie. In verità il Dg. Tuccari specifica che il tutto ha avuto inizio ad Aprile del 2011, ancora prima che lo stesso venisse nominato nella carica, e che la procedura, che ha richiesto circa 9 mesi di lavorazione, alla fine ha convinto tutti i vertici della Banca e i soci della stessa.
Senza indulgere troppo in sofismi tecnici, il succo della iniziativa è che una parte consistente dei crediti della banca (oltre 2,7 miliardi di euro) derivanti dai mutui in essere presso l’Istituto, vengono cartolarizzati, in modo da poter ottenere denaro fresco da utilizzare per il finanziamento di imprese e famiglie. Valore dell’operazione circa 410 milioni di euro per il circuito. Ovviamente l’operazione ha un costo per la banca che in ogni caso dovrebbe essere compensato dagli interessi sul credito che i clienti finanziati dovrebbero rimborsare all’istituto. In sostanza invece di operare strettamente sui differenziali di interesse tra il denaro che la Bce sta offrendo alle banche ad un tasso altamente conveniente, e che spesso, come ormai è chiaro in diversi casi, è servito ad operazioni finanziarie riparatrici (vedi il riacquisto dei titoli di Stato in portafoglio degli stessi istituti), la Banca Popolare impegna i “gioielli di famiglia” per offrire liquidità al sistema economico locale. L’operazione è stata divisa in due tranche rispettivamente di 200 e 210 milioni di euro, su cui ci sono tutte gli avalli delle autorità competenti, incluso il Ministero del Tesoro. Tecnicamente per i clienti della banca la cartolarizzazione non cambia nulla rispetto alla titolarità degli impegni. Per intenderci, il cliente continuerà ad avere lo stesso rapporto di sempre con l’Istituto e pagherà le sue rate nella filiale di appoggio.
La conferenza stampa di oggi della Banca Popolare di Spoleto potrebbe essere riassunta in un sol colpo nella metafora usata dal Direttore Generale Tuccari, in risposta ad una precisa domanda dei giornalisti sul valore della nuova iniziativa dall’Istituto spoletino. “E’ come avere una bella pinacoteca in casa che solo i padroni della stessa possono guardare. Ecco, noi abbiamo monetizzato il valore di uno dei nostri quadri per poter reinvestire nel credito alle imprese e alle famiglie”. Molto chiaro il Dg Tuccari (che sottolinea ogni parola con energici colpi della mano sul tavolo presidenziale della sede perugina della Bps), quando spiega che l’impegno della banca è scevro da implicazioni politiche e che vuol rappresentare un “fatto” a fronte delle recenti polemiche nazionali sul ruolo delle banche dai “cordoni stretti”. Tuccari è altrettanto chiaro quando rappresenta il costo dell’operazione per i soci della Spoleto Credito e Servizi, socia di maggioranza della Spa: “Nessun dividendo per i soci della Scs ed un grande sforzo per il nostro socio di maggioranza nel suo complesso che non avrà risultati brillanti. In questo però seguiamo anche l’indicazione della Banca D’Italia che ha richiesto maggiore attenzione nelle operazioni di natura puramente finanziaria”. Resta da capire come mai sia un rappresentante della controllata (Bps) ad annunciare i 'guai' della controllante (Scs). Certo è che questa decisione, soprattutto in un momento delicato come quello che attraversa la Scs, non rappresenta un buon viatico per gli ambiziosi progetti del Presidente Antonini, che al suo insediamento tenne a precisare che avrebbe messo in piedi una campagna per far raddoppiare i soci della Credito e Servizi. Lo fa notare in sala anche il direttore di una testata regionale quando in una domanda al Dg Tuccari chiede quale possa essere la molla che spinge un risparmiatore ad investire in Scs ora che la politica della banca punta verso un’altra direzione che non quella della remunerazione del socio. La risposta di Tuccari è piuttosto generica, facendo intendere che è il momento contingente che lo richiede, “Il maggiore sforzo attuale pone le basi per tornare a dividere gli utili quanto prima”. Si spera lo capiscano tutti, ma Tuccari precisa anche “abbiamo il pieno sostegno della Scs”.
Sull’aspetto di come la maggiore liquidità verrà distribuita in maggiore credito alle imprese, Tuccari spiega che la principale attenzione verrà riservata alle aziende che rivestono carattere di eccellenza. Alcune indicazioni dello stesso fanno intendere che si guarderà di più ai settori della meccanica di precisione, ai settori tessili di alta qualità e alle aziende alimentari con produzione di eccellenza. Poche parole per la verità sul credito alle imprese commerciali e alle famiglie, e ripetuti moniti sulla concessione dello stesso “a chi saprà dimostrare di essere in grado di onorare gli impegni”. Scarni, ma taglienti, gli accenni alle imprese edili, “Sono pochi i veri imprenditori in quel settore”, segno che qualche recente scottatura ancora brucia.
La Bps dunque si appresta a lanciare l’operazione credito, annunciando anche che è in preparazione un’altra novità, che presto verrà comunicata ufficialmente alla stampa (non c’è due senza tre e speriamo non la prossima settimana), e che riguarda i tempi certi di erogazione del credito. I vertici dell’Istituto non escludono comunque il ricorso ad una seconda operazione di cartolarizzazione qualora la prima avesse un buon successo.
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