Carlo Ceraso
E’ stata un’altra giornata intensa per Bps e la sua controllante Scs. Nonostante la festività nazionale di Ognissanti, i due istituti hanno registrato un certo dinamismo, anche se su fronti diversi. Ma andiamo con ordine.
Chocobond super – un raggio di sole, dopo le recenti burrasche, l’ha portato la chiusura della emissione dei Chocobond, le obbligazioni emesse da Bps in occasione di Eurochocolate che hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 70milioni di euro sottoscritti. Si tratta di speciali obbligazioni di durata biennale emesse dal 1 al 31 ottobre scorso, che offrivano un tasso lordo del 5% annuo per ogni 1.000 euro di deposito, con pagamento tramite cedola trimestrale. A confermare i dati, una nota emessa dall’istituto di credito che però preferisce lasciare ‘anonime’, per così dire, le entusiastiche dichiarazioni. Leggiamo: “Un successo incredibile – afferma Bps – preannunciato sin dalla prima settimana di collocamento del prodotto sul mercato, con i primi 10 milioni di euro di plafond 'bruciati’ nei primi cinque giorni e molti nuovi clienti accorsi nelle filiali della Banca. Neanche le migliori aspettative – potevano delineare un fenomeno di dimensioni così vaste. In un solo mese di collocamento abbiamo raggiunto la somma di 70 milioni di euro di nuova raccolta e 1.700 sottoscrizioni, metà delle quali da nuovi correntisti e l'altra metà già clienti che hanno aumentato i propri investimenti in BPS. Ma ‘i numeri del successo’ – prosegue il comunicato – sono anche altri: 40.000 euro di taglio medio degli investimenti, 20 milioni di euro raccolti fuori regione – tra Lazio, Marche e la città di Milano – un nuovo plafond di obbligazioni emesso poco dopo la metà del mese a fronte dell'esaurimento dei primi 50 milioni di collocato. Dietro ad un'iniziativa di queste proporzioni, c'è sicuramente qualcosa di più di un'obbligazione dall'ottimo rendimento. E' infatti un grande successo raccogliere 50 milioni di euro solo in Umbria, in un solo mese e nell'attuale situazione congiunturale. Confermiamo a chi ci ha dato fiducia che questa importante raccolta, come al solito, sarà destinata ad impieghi a famiglie ed imprese del nostro territorio“. In giornata si era sparsa, da fonti più che autorevoli, la voce che l’operazione Chocobond fosse stata bersaglio di una sanzione; ‘voci’ che sembrano smentite dal presidente Nazzareno D’Atanasio che al telefonino dice di “non saperne nulla”.
I grattacapi di Tuccari… – a tener banco in città è stata però anche la notizia di un qualche ‘attrito’ fra Ubi Banca, da cui proviene il d.g. Bps Francesco Tuccari (nella foto), e l’istituto di credito spoletino che negli ultimi mesi ha assunto quali consulenti almeno una quindicina di funzionari provenienti da Ubi. Una mossa che non è piaciuta al gruppo lombardo che avrebbe così avviato una vertenza nei confronti di Piazza Pianciani. Da Bergamo si limitano, sorridendo, ad un laconico “no comment”. Che equivale a dire che qualche problema c’è.
…e quelli di Antonini – ma i riflettori restano puntati sul presidentissimo Giovannino Antonini raggiunto giovedì scorso da una mozione di sfiducia presentata da 4 dei 7 consiglieri di Scs (Cucchetto, Raggi, Solfaroli e Protasi), come anticipato da Tuttoggi.info (clicca qui). A microfoni spenti l’ex dominus Bps, rientrato in sella al ‘piano superiore’ della controllante, aveva dichiarato che ogni questione era pressochè risolta e che comunque sarebbe stata trattata nel corso del Cda fissato per il prossimo 7 novembre. Ma ad un quotidiano locale, in edicola oggi, Antonini ha detto di non comprendere la decisione dei 4 consiglieri, mossi, a quanto riporta l’articolo, più dalle notizie di stampa di queste ultime settimane che da altro. In realtà i 4 “dissidenti” – che hanno chiesto la sfiducia anche del vicepresidente Marco Bellingacci – avrebbero motivato la loro decisione (il condizionale è d’obbligo) per i durissimi contenuti della Relazione di Bankitalia che a febbraio scorso portò al defenestramento da Bps proprio di Antonini e Bellingacci. Il quotidiano locale a cui Antonini ha rilasciato le proprie dichiarazioni, ipotizza anche la possibilità di una Assemblea straordinaria dei soci. Una possibilità che i fedelissimi del presidente vedono come una sorta di ultima chance per togliersi di mezzo, e definitivamente, i ‘dissidenti’. Ma che nella pratica non sembra trovare attuazione. Sono due i soggetti che possono infatti convocare l’Assemblea straordinaria: il Cda (ma la maggioranza dei membri, ovvero i 4 sopra citati, non sembrano di tale opinione) e il Collegio sindacale (Cerbella, Mallardo e Rossi), ma quest'ultimo può agire solo per motivi di necessità. Motivi che al momento non sembrano sussistere in Scs.
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