Carlo Vantaggioli
Carlo Ceraso
Che ci voglia ‘fegato’ per fare tutto quello che il neopresidente Scs Giovannino Antonini è riuscito a fare nell’ultimo mese, mettendosi praticamente contro mezzo sistema bancario nazionale, è fuor di dubbio. E la conferenza stampa di oggi, convocata un pò alla rinfusa, ha dimostrato, semmai ce ne fosse stato bisogno, che Antonini di fegato ne ha e da vendere. E anche un pò di faccia tosta. Spoleto, che neanche negli anno d’oro del Festival, aveva conquistato così tanta attenzione dai media nazionali, ha vissuto un’altra giornata al cardiopalma sulle sorti di quella che è (era?) la ‘Banca degli umbri’. Vale così cominciare dalle ultime news per ripercorrere a ritroso questa ulteriore pagina grigia della Bps.
IL DIKTAT MPS – i bene informati dicono che Giuseppe Mussari, presidente del Mps e dell’Abi, sia a dir poco fuori di sè per il ribaltone andato in scena ieri che ha portato al defenestramento di Fausto Protasi dalla guida della holding Scs. Solo in serata trapela il contenuto della missiva inviata ieri dai vertici di Rocca Salimbeni: una lettera dai toni durissimi con la quale l’istituto toscano ha ricordato i notevoli sforzi economici e finanziari investiti sulla Bps e Scs. Non ci sarebbe però alcun accenno ad una cessione delle proprie quote (Mps detiene il 29% della Scs e il 26% della Bps), segno questo che fa ipotizzare che il Mps non ha alcun timore di affrontare anche un eventuale nuovo braccio di ferro.
PALAZZO KOCH ‘INFASTIDITO’ – l’affaire ‘Spoleto’, a detta dei bene informati, starebbe di giorno in giorno sempre più infastidendo gli uomini del governatore Mario Draghi che mal digerirebbero le ‘capriole’ spoletine che stanno mettendo a rischio l’immagine di Bps e Scs e, conseguentemente, la stessa tutela di azionisti e clienti della banca. Ad ore è atteso un intervento di Bankitalia in risposta alle modifiche apportate al Cda Bps che ha registrato le dimissioni di Antonini (e parzialmente di Bellingacci) e la nomina a presidente di Nazzareno D’Atanasio (vicario è stato nominato Michelangelo Zuccari. anche se autorevoli fonti di Piazza Affari fanno sapere che Bankit avrebbe un potere di veto, teoricamente, anche sulle nomine del Cda Scs, essendo la holding sottoposta al TUB (testo unico bancario) ma anche quale capogruppo della (e quindi equiparata a) Banca Popolare di Spoleto S.p.A..
IL CONSIGLIO COMUNALE –nel municipio spoletino oggi si è lavorato all’agenda dei lavori del Consiglio comunale e, a quanto può anticipare TO®, sembra assodato che il 22 o il 23 marzo prossimo si terrà un Consiglio comunale ‘aperto’ sul tema del credito al quale interverranno i presidenti D’Atanasio (Bps), Antonini (Scs), Alunni (CaRiSpo) e Pompili (Fondazione CaRiSpo). Un appuntamento che si annuncia caldo, quasi rovente, non fosse che sui banchi dell’assemblea siedono consiglieri affatto in linea con l’antoninipensiero (a cominciare, ma non solo, dal professor Fabrizio Cardarelli, defenestrtato 2 anni orsono dalla guida della Scs durante la ormai famosa ‘notte di Natale’)
CGIL “UN BLITZ” – in tarda mattinata, proprio mentre Antonini sfoderava il meglio di sè a Palazzo Pianciani, arrivava sul tavolo delle redazioni una durissima nota del sindacato della Camusso a firma stavolta del segretario regionale Mario Bravi e del segretario generale Fisac Massimo Giulietti. “E' singolare – si legge nella nota – che Bankitalia richieda la rimozione di un soggetto ritenuto non adeguato alla presidenza di un istituto bancario e che questo diventi presidente della società controllante l’istituto medesimo. E' chiaro che si è trattato di un blitz, effettuato da soggetti del consiglio di amministrazione della Spoleto crediti e servizi allineati ad Antonini, la cui appartenenza politica dopo la interpellanza in parlamenteo da parte del centro destra è chiarissima. Speriamo che questo non apra un ulteriore scenario di lotte che può solo creare pregiudizio alla Banca Popolare di Spoleto e soprattutto ai lavoratori, visto che la clientela potrebbe allarmarsi da questi giochi non chiari a nessuno. Saremo molto vigili sugli sviluppi da qui in avanti, pronti ad intervenire a tutti i livelli di nostra pertinenza. In ogni caso è davvero singolare il fatto che la Cgil abbia chiesto l'apertura di un tavolo di confronto regionale sul credito, ma che uno dei soggetti principali, cioè il presidente dell'Abi, dott. Alfredo Pallini, sia anche direttore generale della Bps e sia stato destituito da Antonini. Per questo al momento la stessa convocazione del tavolo sembra essere impossibile”.
CISL “SENSO DI RESPONSABILITA’” – Più pacato, almeno nei toni, il comunicato giunto quasi contestualmente dalla Cisl (la Uil è al momento l’unica sigla che non ha fatto ancora sentire la propria voce). “L’attuale situazione che vede la BPS ancora e costantemente in prima pagina, sotto la luce di troppi riflettori che non riescono comunque a dissipare la nebbia che si è alzata, alimentata da questa o quella fazione, portano oggi inevitabilmente a esternare tutte quelle perplessità e preoccupazioni che la FIBA-CISL ha sempre prontamente rappresentato nelle dovute sedi. Nel permanere di una situazione d’incertezza fortemente lesiva e che pone a repentaglio la salute economica e generale dell’Istituto, la FIBA-CISL, in difesa dei lavoratori, della Banca e degli interessi dei risparmiatori e del territorio tutto, chiede uno sforzo libero e responsabile da parte di tutti gli attori e gli organi di governo dell’Azienda ponendo particolare attenzione a questioni di grande delicatezza: la ricomposizione del CdA della BPS Spa, l’assegnazione dell’incarico di d.g. e la definizione delle relazioni con la Banca Monte dei Paschi di Siena.Prendiamo le distanze da qualsiasi schieramento chiedendo al Cda della Banca edella SCS un forte segnale di responsabilità e di stabilità che superi qualsiasi forma diinteresse particolaristico, quale iniezione vitale per una rinnovata fiducia da parte di tutte leIstituzioni e della clientela, indispensabili per il prosieguo della crescita economica ed occupazionale che ha contraddistinto il percorso della Banca in questi ultimi anni”.
L’ANTONINIPENSIERO – la giornata però è stata tutta riservata al neopresidente Giovannino Antonini che ha tenuto da solo una conferenza stampa fiume durante la quale non si è sottratto ad alcuna domanda. Anzi, a volte ha anticipato quelle dei giornalisti. Antonini apre subito il confronto con quelli che, a suo dire, sono stati i protagonisti degli ultimi 30 giorni, ovvero i media. Il Presidente abbandona il bon ton istituzionale della carica e va diretto al punto “Sono state dette tante cose contro la banca. Io ritengo che se c'è una cosa che i giornali dovevano fare è difendere l'Istituzione banca, anche perché io ci sono adesso ma dopo?”. Come dire, dopo di me il diluvio? “Sono un uomo che si mette in discussione sempre e maggiormente davanti agli azionisti. Se mi dicono di fare qualcosa io la faccio”. Insomma non “l'unto del signore” ma un Antonini ” in missione per conto di…” (citazione dai Blues Brothers) che non ci sta a passare come colui che è la causa dei mali della banca, mali che il neopresidente Scs confuta uno ad uno con puntigliosità. La butta in battuta solo quando si lascia scappare “possibile che i ‘corvi' si trovano tutti a Spoleto?”, riferendosi alle numerose lettere anonime di denuncia piombate ovunque negli ultimi due anni. Ecco, se ha una colpa – ammette – questa è legata solo al suo “fare e volere una banca autonoma, non legata a logiche di dimensione. Guardate piuttosto quello che è successo alla Carispo”, commenta quasi cercasse di gettare ancora più benzina sul già ardente focaraccio spoletano. “Quello che mi ha dato fastidio, nei resoconti giornalistici di questi giorni, è che non si è detto abbastanza di quello che ho fatto in tutti questi anni. La banca da quando l'ho presa io è passata da 35 sportelli a più di 100 di oggi senza parlare delle 500 assunzioni…del l fegato che ho avuto a sistemare Palazzo Pianciani! Con questa ultima iniziativa ho riportato più di 250 persone a lavorare nel centro storico”. “Non è vero quello che è stato scritto, cioè che la Banca d'Italia mi ha cacciato o mi voleva cacciare, Palazzo Koch mi ha solo chiesto di fare un passo indietro”. Dalla tasca tira fuori l’articolo di un sito cittadino e con stizza legge la frase, riferita a Protasi, 'un signore se ne va…”: Antonini, che non è uno che le manda a dire, punta fisso il cronista presente in sale e gli chiede “ed io che sarei dunque?”. Il giornalista sbianca, suda freddo, non è pronto ad un simile attacco. Se la caverà chiedendo un non meglio precisato “colloquio personale” al presidentissimo”. “Eppoi tutti questi che dicono di voler ritirare i soldi – continua Antonini rivolgendosi stavolta ai commenti dei lettori di Tuttoggi.info – di voler chiudere con la banca, ma perché non si firmano? Vuoi vedere che magari qualche soldo lo devono dare loro a noi …” “I giornali dovrebbero parlare di più di quello che abbiamo fatto con la Human”. E’ il caso di difendersi, prima di essere travolti. TO® chiarisce che forse il Presidente non legge attentamente tutta la rassegna stampa, perché non c’è evento, della HHF o della Bps, che non sia stato seguito dai media locali. Rimproveri dunque un pò fuori luogo, non fosse che altrettanta attenzione alle recenti vicende dell’istituto di credito spoletino arriva da tutti i più autorevoli quotidiani nazionali. Antonini annuisce e cambia argomento, aprendo di fatto la vera conferenza stampa sulla “nuova” Scs e riallacciando le scarpe dalle quali ha provato a togliersi qualche sassolino. “Punto ad ingrandire la Scs, sto già pensando da un po' a come fare. Il mio obiettivo è portare alla società 2 o 3mila nuovi soci entro la fine dell'anno, riportando così liquidità nella Credito e Servizi, perché abbiamo bisogno di ricapitalizzarci, ma non a scapito del nostro gioiello (la Bps, n.d.r.). Non mi interessa che altri intervengano con un mare di liquidità comprando le azioni di qualche socio e togliendoci la guida della banca, come probabilmente si voleva fare”. Ritorna forte dunque il teorema del “complotto” Mps-Coop che, nei pensieri di Antonini, con un forte aumento di capitale intendevano prendere la governance della BPS con la ‘complicità’ del dg Pallini. A differenza delle notizie che trapelano, Antonini dice che i rapporti con Mps “sono ottimi, incontrerò stasera i vertici di Mps a Roma. Per quello che ne so sono seriamente intenzionati a proseguire nel loro impegno in Bps. Vi ricordo che sono stato io a cercarli e ad iniziare con loro un percorso attraverso un forte legame commerciale sui prodotti. Quindi…”. Come dire, se va bene ok, altrimenti morto un papa se ne fa un altro. Chiediamo se le ventilate incompatibilità sulla sua nomina a presidente della Scs sono state verificate anche sotto un profilo formale, legale. Risposta diretta e senza repliche: “Siamo sicurissimi di quello che abbiamo fatto, del resto non mi risulta che io abbia denunce o procedimenti in corso” dice Antonini. Non ci sarebbe da dubitarne, vista la parcella dello studio legale di Roma che da più di un mese segue il caso (una consulenza da 900 mila euro, già contestata formalmente da Mps). Poiché l'uomo, come detto, è diretto e senza fronzoli approfitta del momento per attaccare il “temporanemante deposto” direttore generale Alfredo Pallini e parlare, prima che lo chiedano magari i giornalisti, anche della vicenda (fallimento) della Baronci edilizia. “Ecco sulla storia di Baronci… se c'è una vittima in questa situazione sono io” dice Antonini “io non so tecnicamente gestire la Banca. Questo compito spetta al Direttore Generale che prepara tutti gli atti, le delibere, anche quelle d'urgenza, e poi da il via alle varie fasi di approvazione ed autorizzazione. Forse Bankit doveva rivolgersi a Pall…ini e non Anton…ini”, dice gigioneggiando sugli “ini” finali dei cognomi. Come mai allora le dimissioni dalla Bps, se la colpa, come sostiene, è di Pallini? “L'ho fatto perché sono un ‘uomo azienda’ e perché voi giornalisti avete fatta una pressione fortissima”. Anche a Spoleto è arrivato il “metodo Boffo” ? Per conto di chi Antonini però non lo specifica. Sui rapporti con Raggi (Coop) e Protasi, Antonini spiega che con il primo non si sente ormai da qualche tempo ma che è sicuro che i rapporti rimangono cordiali. Diverso il rapporto con Protasi: “vi ricordo che solo una settimana fa l'ho indicato io come Presidente della Bps al posto mio. Anzi per quello che ne so la Bankit che era stata informata sullo scambio di ruoli, non si era espressa negativamente”. Un fatto nuovo dunque. La banca d'Italia sarebbe stata informata del “tandem” tra i due (il condizionale a questo punto è d’obbligo) e con una sorta di ‘silenzio assenso’ avrebbe approvato l’operazione. Rimane imperscrutabile allora il perché le cose siano precipitate al punto che Antonini si è “preso” la presidenza Scs lasciando al ruolo di consigliere il malcapitato Protasi. “Con il mio passaggio alla Scs – chiosa Antonini – è stato scongiurato l'attacco alla Banca Popolare”. Per quanto riguarda il destino del direttore generale, il presidente della holding dice che ora “non è più affar mio, della Scs, ma della banca ai sensi dell'art.15 dello statuto”. Chiediamo se la Scs interverrà comunque con una sua presa di posizione: Antonini dice che se ne occuperà solo e quando si porrà il problema visto che la Scs ha il solo compito notarile di nominare o revocare il Dg, che però viene scelto dalla Bps. Ultima parola, o meglio rasoiata, ai sindacati. Prende atto di tutti le dichiarazioni e di tutti i comunicati. E’ a questo punto che piomba la nota della Cgil a firma di Bravi e Giulietti: ” conosciamo Bravi – dice un Antonini sornione – e d'altro canto che mi potevo aspettare dai perugini? Eppoi quanti sono gli iscritti Cgil qui da noi? Ah si una ventina mi pare…”. Ma ce n’è un pò per tutte le sigle: “I sindacati dovrebbero occuparsi dei dipendenti, la gestione e le questioni societarie le lascino a noi…”.
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(ultima modifica h 10,06)
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